Ottima la messa in scena diretta da Mario Guarneri e bravi Salvo Barone (il cameriere), Rosario Santangelo (Starkwedder) e Nicoletta Seminara (cameriera)
Catania – Uno sparo e le urla della nebbia. Si apre così il sipario sull’Ospite inatteso messo in scena, lo scorso fine settimana, al Teatroimpulso con la regia di Mario Guarneri. Poi fumo, l’ombra di un uomo che avanza (Michael Starkwedder), un uomo riverso sulla carrozzina (Richard Warwick) che lo ospita da anni e una donna (Laura Warwick) in piedi e imbambolata con la pistola in mano. La pièce teatrale di Agatha Christie ha aperto la stagione del teatro di via Gentile e i due atti si sono rincorsi alla ricerca di un colpevole che nessuno, alla fine, vorrà denunciare e mettere in galera.
La suspance sembra non aver motivo di esistere. Almeno all’inizio quando tutto è chiaro: è stata la moglie a uccidere quel marito disabile che la violentava moralmente e mentalmente e che, per hobby, teneva accanto, tutte le sante sere, una bottiglia di whisky e una pistola. Il primo per stordirsi e la seconda per sparare a tutto ciò che si muoveva oltre la porta d’ingresso della sua casa. Ma sì, certo, è la moglie che lo ha ucciso. Ne è convinto Starkwedder, capitato all’improvviso in quella casa per un guasto alla sua auto, ma fino a un certo punto: quella donna è troppo bella per aver fatto un’azione simile e seppure l’ha fatta merita di essere libera dalla condanna che la porterà alla morte.
Starkwedder la aiuterà, nasconderà le impronte, creerà un movente e sistemerà tutto per far capire alla polizia che lei, Laura, nulla c’entra con la morte del marito. Sistemerà tutto tranne l’accendino dell’amante di lei (Julian Farr) di cui nulla avrebbe saputo fino al mattino successivo.
Le vicende si rincorrono e ciò che per gli investigatori era chiaro in piena notte, con il sorgere del sole apparirà meno certo e sicuro. I sospetti si spostano, prima sull’amante – che a sua volta è convinto che la colpevole sia Laura -, poi sulla cameriera, poi ancora sul fratello ritardato di Warwick. E non basterà tutto questo: quando i dubbi avranno il sopravvento, così tanto da far ricadere tutto sulla giovane Laura, finti colpevoli si autodenunceranno consci del fatto che quel Warwick se lo meritava proprio di morire. Soprattutto dopo aver investito un bambino mentre era ubriaco e senza alcun controllo. Warwick non pagò per quella morte, non pagò nulla fino a quell’ultimo sparo che gli stroncò la vita. La testimonianza della badante lo salvò e il padre di quel bimbo dovette fare i conti con la sua vita senza la moglie persa per malattia e il suo bambino strappatogli da quel folle ubriaco che adesso, finalmente, non esisteva più.
Tutti bravi gli attori del Teatroimpulso diretti da Mario Guarneri che ha saputo attenersi, in modo egregio al testo della Christie, tra loro Santo Consoli (il commissario), Santo Consolo (Julian Farr), Eleonora Fichera, Marco Marangia (il fratello ritardato), Davide Mavica (Sig. Warwick), Irene Oliveri (Laura Warwick), Daniele Parrino (aiuto commissario), Nunzia Pruiti (la mamma del Sig. Warwick). Un menzione particolare per la bravura dimostrata va a Salvo Barone (il cameriere), Rosario Santangelo (Starkwedder) e Nicoletta Seminara (cameriera).
Monica Adorno