Ha calcato, in lungo e in largo, i palcoscenici in pietra lavica di via Etnea ottenendo successo e consensi da passanti e turisti che adesso sono diventati i suoi fans
Faccia da bravo ragazzo, un po’ pacioccone, una vocalità che lo rende unico e riconoscibile tra mille altri giovani come lui: parliamo di Samuel Pietrasanta, l’artista catanese che con la sua personalissima versione – solo chitarra e voce – di “Firestone” di Kygo ha già conquistato il pubblico di The Voice of Italy il programma di Rai 2 a caccia di talenti della musica.
La favola di Samuel
Quella del cantante catanese Samuel Pietrasanta sembra proprio una favola che lo ha portato dalle basole in pietra lavica di piazza Università a calcare il palcoscenico della popolare trasmissione di Rai 2 giunta alla sua quarta edizione. Samuel, oggi ventitreenne, da anni canta per strada, portando con sé solo una chitarra, la custodia della stessa che ripone davanti al microfono e alla piccola cassa portatile dalla quale non si separa mai, per farsi ascoltare dalla gente, quei passanti che sono stati i suoi primi fan, riconoscendo in lui un talento unico. Una voce graffiante, ancora un pizzico acerba, che lo rende particolare e dunque riconoscibile tra tanti altri talenti e che lo ha aiutato ad arrivare alle “corde” della gente che lo sentiva cantare per strada e che, da subito, lo ha apprezzato. La via Etnea, tra piazza Duomo e piazza Università, è stato questo il suo primo palcoscenico, un luogo scelto da Samuel come quello del debutto per far conoscere la sua arte. Ma a Catania, il giovane artista non si è fermato.
“Sono un girovago, giro l’Italia cantando per strada – ha dichiarato il talento etneo, raccontandosi ai quattro giudici di The Voice, durante le “blind audition” -. Sono un menestrello”.
Dopo aver cantato per strada a Torino e Milano, Samuel ha deciso di sperimentare la strada dei talent e al primo tentativo è già stato un grande successo. Si ispira a Nek, Cesare Cremonini e De Andrè, ma come lui stesso ha evidenziato è cresciuto con le canzoni di Max Pezzali.
Inizia a lavorare giovanissimo, appena dopo le scuole medie come aiuto pizzaiolo, ma già a 16 anni capisce che la sua strada è la musica e comincia, dunque, ad esibirsi con la sua chitarra riuscendo a crearsi una rete di amici-musicisti che lo ospitano durante il suo girovagare per le città italiane. Molto apprezzato dai gestori di pub e ristoranti, che lo fanno lavorare nei loro locali per intrattenere il pubblico. Supportato dalla mamma, fan incallita di Raffaella Carrà, ha deciso di provare a farsi notare a The Voice. Alle audizioni al buio, quelle cioè dove i coach decidono solo ascoltando la voce del cantante senza guardarlo, ma girati di spalle, ben 4 giudici su 4 lo hanno scelto. E così, a Samuel, non è rimasto che scegliere in quale squadra andare tra quelle capitanate da Max Pezzali, Dolcenera, Raffaella Carrà ed Emis Killa. E per non scontentare la mamma, Samuel ha scelto proprio la Raffaella nazionale. Una scommessa per cercare di diventare il nuovo fenomeno della musica pop italiana.
Le regole di The Voice
Il programma mette gli aspiranti cantanti davanti a una giuria seduta su delle poltrone rosse con un pulsante rosso davanti e completamente di spalle all’artista che si esibisce dal vivo, per evitare che siano condizionati dal suo aspetto fisico. La giuria è composta da quattro coach e quest’anno i prescelti sono stati Max Pezzali, Dolcenera, Raffaella Carrà – per lei si tratta in realtà di un ritorno – ed Emis Killa. Il programma è suddiviso in quattro fasi: le ‘Blind Auditions’, audizioni al buio, le ‘The Battles’, una sfida a tre, il ‘Knockout’, un duello su due canzoni differenti e il ‘Live Show’, le dirette dal vivo che porteranno poi alla scelta del vincitore.
Antonietta Licciardello