Pd, strappo tra renziani e Crocetta. Convivenza forzata fino alle elezioni

Faraone

Faraone

Pd contro Pd. Faraone contro Crocetta. La Sicilia è entrata in campagna elettorale con il partito del governatore Crocetta attaccato dal numero uno in sicilia del premier Renzi, Davide Faraone, vero one man show della Leopolda – Leopoldina l’ha definita il presidente della Regione – che, la scorsa settimana a Palermo, sembra aver definito il futuro dei democratici siciliani che, nonostante l’appoggio al governo regionale attuale, si sono smarcati dall’ex sindaco di Gela.
Una sorta di resa dei conti interna al Pd in vista delle prossime consultazioni elettorali che dovranno nominare il nuovo inquilino di Palazzo d’Orleans. Che pare proprio non sarà Crocetta, nonostante lui abbia detto chiaramente che intende ricandidarsi. Almeno per Faraone che ha provocatoriamente affermato di aver bisogno di un Tso (trattamento sanitario obbligatorio) nel caso lo ricandidasse. “Se dicessi di andare avanti come se non fosse successo nulla sarei una persona inaffidabile”, ha affermato il leader siciliano dei renziani che, però, non ha minimamente intenzione di togliere l’appoggio al governo “per limitare i danni”, ha ribadito.

Crocetta

Crocetta

Nel frattempo però si lavora per il futuro, che vedrà a quanto pare, le primarie per la scelta del candidato del centrosinistra. “Chiunque si vorrà candidare per la presidenza della Regione siciliana potrà farlo” – ha detto al pubblico della Leopolda Faraone.
La rezione del presidente non si è fatta attendere: ha convocato gli assessori di area renziana – Baldo Gucciardi, Alessandro Baccei, Vania Contrafatto, espressione dell’area di Faraone, e poi Anthony Barbagallo e Maurizio Croce – per sondarne l’alleanza, dopo aver fatto capire che, chi non lo sostiene, avrebbe potuto ritirare l’appoggio alla Giunta. Cosa che difficilmente avverrà. Insomma, si ripete il solito gioco delle parti: lo schema portato avanti da tempo per cui esiste un Pd che sostiene il governo ma, nel frattempo, lo attacca, evidenziandone i difetti. Unico modo, pare, per poter sperare di ottenere risultati alle prossime regionali.

Un modus operandi ormai conosciuto, che potrebbe portare ulteriore nervosismo all’interno della compagine democratica. Tanto da aver spinto il sindaco di Catania, Enzo Bianco, anche lui teorico e pratico della tecnica del bastone e della carota con il presidente Crocetta, a lanciare un appello all’unità. “È il momento di pensare alle cose da fare, non a polemiche che i siciliani non capiscono e non accettano – ha affermato il primo cittadino etneo. Dobbiamo rendere fruttuoso il prossimo anno e mezzo dopo che nei mesi scorsi numerose riunioni e alcune chiare indicazioni dei vertici nazionali del partito hanno saggiamente tracciato la strada del completamento a scadenza naturale della legislatura con un governo rinnovato e più forte. Bene sarebbe impegnarci tutti, nessuno escluso, affinché i prossimi 18 mesi ci consegnino le riforme e gli interventi di cui i siciliani hanno bisogno e per i quali ci siamo impegnati, avendo come esempio l’importante azione del governo Renzi. Non possiamo permetterci – ha concluso – che questo periodo passi invano, o peggio, tra mille polemiche”.

M.T.

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