“Il Ponte, un’Expo lunga 100 anni”, il convegno organizzato da Rete Civica ha dimostrato che avremmo potuto costruire il Ponte sullo Stretto con i 6,5 miliardi di euro che stiamo restituendo all’Europa. Tra i presenti anche Luigi Bosco, assessore ai Lavori Pubblici di Catania: “Pochi giorni fa il sindaco Enzo Bianco ha ribadito a Matteo Renzi la priorità di questa infrastruttura”
Messina – Il Ponte sullo Stretto non è una chimera ma una concreta possibilità di rilancio per l’economia siciliana e della città di Messina ed è stata proprio Messina – a dispetto delle idee a sfavore del suo sindaco, Accorinti – a dar vita sabato scorso a un convegno sui benefici del Ponte organizzato da Rete Civica per le Infrastrutture del Mezzogiorno a dall’entusiasmo dell’ing. Giacomo Guglielmo esperto nel reperimento di fondi europei e da sempre impegnato nella battaglia “Sì al Ponte” (video di presentazione del convegno).
“Il Ponte, un’Expo lunga 100 anni” (video simulazione) è il titolo attorno a cui hanno relazionato i maggiori esperti nazionali che hanno pienamente confermato la fattibilità tecnica della struttura. Tra gli interventi non sono mancati quelli dei parlamentari nazionali e regionali.
Il convegno ha posto l’attenzione su quattro argomenti chiave: fattibilità tecnica, economica, ambientale e ricadute positive sul territorio.
“Il Ponte – ha dichiarato il Rettore dell’Università di Messina, Pietro Navarra, durante il suo saluto iniziale – può avere ricadute positive sulla città per un periodo molto più lungo della sua realizzazione, è necessario creare la giusta informazione sul territorio, informazione che fino ad ora è stata carente. I giovani di 20 anni dovrebbero essere interessati alla realizzazione dell’opera molto più che i sessantenni: è loro il futuro che si deve costruire”.
Il Presidente di Rete Civica, Fernando Rizzo, ha illustrato i motivi che rendono essenziale la realizzazione del collegamento stabile sullo Stretto, motivi che spaziano dalla necessità e opportunità di far diventare la Sicilia il vero hub del Mediterraneo, vista soprattutto la fortuna della sua naturale collocazione geografica, alla impellenza di far ripartire l’economia in un territorio ormai al collasso e dove l’inoccupazione è ai livelli più alti d’Europa. “Si sente dire che ci sono altre priorità – ha concluso Rizzo – ma il Sud sta morendo”.
Il direttore della Galleria del vento (approfondisci guardando il video) del Politecnico di Milano, prof. Alberto Zasso, ha fornito una dettagliata spiegazione su tutti gli studi compiuti per il Ponte sullo Stretto, mostrando proiezioni e filmati dell’elasticità dell’impalcato progettato con “caratteristiche di sicurezza particolarmente stringenti, mai richieste per alcun ponte al mondo. Le conoscenze acquisite e maturate nella progettazione dell’opera sono state messe in atto per la realizzazione di ponti in tutto il mondo”, ma ha anche aggiunto che “nessun collega ingegnere ha mai smentito o potrà mai smentire le caratteristiche di questa eccellenza mondiale che sarebbe orgoglio d’Italia”. In più, dal team del prof. Giorgio Diana, sono stati illustrati i punti della progettazione: 1, Il ponte è dimensionato per venti sino a 320 km/h; 2, Non dovrà essere impedito il transito di mezzi anche nel caso delle massime velocità del vento nello Stretto storicamente misurate; 3, Il dimensionamento al sisma è stato meno critico di quello ai venti; 4, Le specifiche rispettate sono di gran lunga le più stringenti dei ponti al mondo; 5, Gli studi effettuati per il ponte di Messina hanno consentito loro di accumulare tali e tante esperienze e dati da essere divenuti l’eccellenza nella progettazione di quasi tutti i ponti che si realizzano nel mondo.
L’idea del Ponte sullo Stretto fa a pugni, da sempre, con gli ambientalisti che vedono in questa realizzazione una violazione delle bellezze paesaggistiche e non solo del territorio. Nell’ottica di una risposta è intervenuto il giornalista e documentarista Folco Quilici, che con la sua innata passione ha sottolineato come “l’ambiente è il luogo in cui noi viviamo. Il Ponte sullo Stretto è una variante delle condizioni dell’ambiente a favore della società”.
Gli approfondimenti ambientali sono stati condotti magistralmente dalla dott.ssa Caterina Caminiti, responsabile studi ambientali sul ponte, che ha dichiarato che “gli studi previsti dalla normativa sono stati condotti meticolosamente e proprio per la straordinarietà dell’opera e la valenza territoriale è stata analizzata una superficie dieci volte superiore a quella imposta dalla legge”.
Non mancano neanche i vantaggi territoriali dell’opera che sono stati illustrati dall’ing. Giovanni Caminiti, già responsabile dell’Ufficio Programmi Complessi del Comune di Messina. Primo tra tutti la realizzazione di una tangenziale a servizio di tutta la riviera nord, con due svincoli aggiuntivi e la metroferrovia, con fermate in Viale Europa, Annunziata e Papardo. Senza contare la bonifica dei laghi e il rifacimento di tutto il sistema fognario di Ganzirri e Torre Faro.
L’ultimo argomento tecnico è stato affrontato dall’ing. Giacomo Guglielmo, esperto in programmazione di fondi europei, che ha smentito l’affermazione secondo la quale mancherebbero i fondi per realizzare il Ponto. “Finanziare subito l’intera opera – ha dimostrato Guglielmo – è possibile con i fondi della riprogrammazione attualmente a rischio. Oggi il nostro Paese rimanda indietro alla Comunità Europea ben 6.5 miliardi di euro non spesi tra fondi Pon, Fas e Fers in programmazione per le aree convergenza di Sicilia, Calabria, Campania e Puglia 2007/2013. Il Ponte potrebbe essere costruito senza l’intervento dei privati semplicemente con la riprogrammazione di tali fondi non spesi e certificati entro la data di scadenza del 31.12.2015 (fonte open coesione”.
A conclusione della giornata si sono susseguiti i saluti e gli interventi di parlamentari nazionali e regionali. “Non abbiamo mai smesso di parlare del Ponte – ha dichiarato l’on. Vincenzo Garofalo – Con Area Popolare abbiamo preso una posizione chiara sull’opera mettendoci la faccia. È chiaro che c’è un atto di volontà politica da parte del Governo regionale e una volontà forte di cambiare”.
Il senatore Nico D’Ascola ha ribadito che “si tratta di dare un futuro economico al Mezzogiorno d’Italia; il ponte, insieme ai porti di Augusta e Gioia Tauro, è la concretizzazione del meridionalismo”. L’on. Nello Musumeci, dichiarandosi “orfano di partito”, ha ribadito che “la cultura del benaltrismo ha prodotto soltanto stasi. È la politica che deve decidere, i tecnici lo hanno già fatto da tempo e con grande credibilità”. Tra gli interventi politici più a sorpresa è stato registrato quello dell’ing. Luigi Bosco, assessore ai Lavori Pubblici del comune di Catania, che ha portato i saluti del sindaco e ha ribadito che nell’ultimo incontro con Matteo Renzi, Bianco ha ribadito al premier la priorità di questa infrastruttura.
Il convegno, che ha visto la partecipazione di centinaia di persone, ha portato ad una considerazione: la realizzazione del ponte è una questione di volontà politica e che andrebbe tenuta fuori dalle campagne elettorali.
Monica Adorno