Stefano Casabianca presidente Associazione autisti soccorritori italiani: “L’estrema difficoltà di accedere ai Pronto Soccorso di Catania mette a rischio la salute dei pazienti”
Catania – Mentre a Catania si cerca di razionalizzare il problema dei parcheggi – e in questo un esempio valido è offerto dal neonato parcheggio Borsellino – nelle strade vicine o prospicienti gli ingressi ai pronto soccorsi della città la situazione non è così razionale. Anzi, tutt’altro. E a nulla servono eventuali di divieto di sosta o di rimozione coatta: le macchine vengono parcheggiate sui marciapiedi, possibilmente in entrambi i lati della carreggiata o, addirittura, davanti agli ingressi riservati alle ambulanze.
Per entrare al Pronto Soccorso del Garibaldi i cartelli di divieto ci sono, eccome!, ma continuano a esserci anche le auto parcheggiate in entrambi i lati e la manovra di accesso che le ambulanze devono fare, soprattutto quelle in emergenza, sono difficoltose. Ma soprattutto mettono a rischio la salute di chi sta male e ha urgenza di ricevere soccorsi. Pochi secondi in più o in meno, a volte, segnano un limite da cui non si può indietreggiare. E questo limite è quello di rimanere in vita oppure no. La domanda è retorica ma la facciamo lo stesso, a chi piacerebbe dover fare i conti con questo limite se nella barella dell’ambulanza ci fosse un parente o, meglio ancora, proprio chi legge in prima persona?
Il problema non è solo questo, “la situazione peggiora se arrivano due emergenze contemporaneamente – ci dice Stefano Casabianca presidente di Aasi (Associazione Autisti Soccorritori Italiani) – e diventa davvero critica se, ad arrivare in emergenza, sono anche macchine private. Il punto non sono le macchine in sé ma l’urgenza che si scontra con il fatto che l’ambulanza o l’auto devono indietreggiare per le manovre di accesso/uscita dal pronto soccorso. In sostanza il segnale di rimozione coatta non applicato fa diventare la strada a una sola corsia”.
Al Vittorio Emanuele la situazione è migliore grazie alla presenza dei vigilantes che riescono a tenere la situazione sotto controllo. Ma il parcheggio selvaggio è sempre in agguato. Al Santo Bambino, invece, non si ragiona. “L’uscita del pronto soccorso è sempre occupata e ostruita da macchine parcheggiate davanti all’ingresso riservato. In questo modo l’ambulanza è costretta – continua Casabianca – a entrare e a uscire dallo stesso ingresso obbligando le ambulanze a manovre scomodissime e a rischio per la salute. Manca così la possibilità di utilizzare al meglio la “camera calda” rispettandone i suoi principi: accesso da un lato e uscita dall’altro senza far subire ai pazienti gli sbalzi termici climatici. È capitato spesso che una donna con le doglie, arrivata con un’auto privata – è dovuta scendere in strada e continuare a piedi fino all’ingresso per colpa di parcheggi irresponsabili”.
È indubbio che sia necessario più senso civico da parte degli automobilisti, ma forse servirebbe più attenzione e rigore da parte dei Vigili Urbani.
Monica Adorno