Il convegno su “Interventi di riqualificazione per la sicurezza sismica e l’efficienza energetica: cosa e come fare” si è tenuto nella sede CGIL di via Crociferi
La città di Catania, seppure attualmente catalogata in fascia 2, è una delle città europee a più alto rischio di terremoto a causa della vicinanza con la faglia Ibleo Maltese. Entro i prossimi 150 anni potrebbe essere colpita da un sisma di potenza simile a quello del 1693. Un evento davvero temuto e oramai ritenuto certo dagli addetti ai lavori, ma che fa ancora più paura se si pensa che il patrimonio edilizio del nostro territorio è vetusto e conservato male.
È stata una preziosa occasione per fare il punto su “Gli interventi di riqualificazione per la sicurezza sismica e l’efficienza energetica: cosa e come fare”, l’incontro tenutosi nella sala Russo di via Crociferi organizzato da Cgil, Sunia e Fillea.
Ha introdotto e moderato i lavori Rosaria Leonardi, del Dipartimento Politiche abitative della Cgil; sono intervenuti Giusi Milazzo (segretaria generale Sunia), Ivo Caliò (Dipartimento Ingegneria civile ed ambientale Unict), Giovanni Pistorio (segretario generale Fillea), Giuseppe Piana (presidente Ance), Annalisa Spanò (consulente fiscale. Ha concluso i lavori il segretario generale della Camera del lavoro di Catania, Giacomo Rota.
A Catania, oltre il 60% degli edifici è stato costruito prima del 1971, abbondantemente in anticipo rispetto all’entrata in vigore della normativa antisismica. E tra vetustà e mancanza di criteri antisismici, si prevede che bisognerebbe intervenire sull’85% degli edifici catanesi costruiti prima della normativa antisismica.
“Solo con la consapevolezza e la partecipazione dei cittadini è possibile trattare la questione, e su questo fronte, gli studi urbanistici forniscono un contributo importante, facendosi carico di un tema che è quello del condominio per cui è necessario incentivare premialità per interventi di rigenerazione urbana – ha esordito Rosaria Leonardi -. Siamo convinti che dall’incentivo ai privati può anche partire una nuova cultura di prevenzione del rischio”.
I fondi a disposizione, peraltro insufficienti, sono solo destinati agli edifici pubblici e alle scuole: ad oggi si tratta di 9 milioni di euro per la messa in sicurezza di cinque scuole, mentre i privati possono usufruire solo delle detrazioni fiscali.
I fondi del Patto per Catania di circa 740.000 milioni di euro dovrebbero anche incidere su gravi criticità del nostro territorio, sotto il profilo sismico, idrogeologico ed ambientale.
Cgil e Sunia puntano a far nascere una nuova consapevolezza nei cittadini delle aree sismiche. È necessario chiedere alla Regione ed agli enti locali di affrontare il problema con urgenza e capacità di programmazione. Anche l’Unione europea è chiamata ad intervenire con uno sforzo particolare. Anche per questo la Cgil chiederà al Ministero che si possa riaprire l’analisi della classificazione del territorio affinché Catania venga riconosciuta in fascia 1.
Quali sono gli strumenti attuali che potrebbero fare la differenza? Per Milazzo: “La microzonizzazione sismica (superamento del ritardo) rappresenta uno strumento per la prevenzione del rischio sismico, perché fornisce una conoscenza geologica del territorio insieme a dati sulla frequenza sismica. Otterremo così informazioni utili per il governo del territorio, per la progettazione, la pianificazione, l’emergenza e la ricostruzione”. Per il Sunia è necessario anche completare i piani di protezione civile con l’individuazione dei vuoti urbani facilmente raggiungibili in caso di scosse. Attualmente a Catania vi sono 130 aree di accoglienza che dovrebbero servire in caso di calamità a radunare i cittadini in pericolo. “C’è poi il nodo della patente sismica per gli edifici di cui dovranno dotarsi tutti gli immobili
Creazione sportello unico sulla sicurezza sismica che si occupi di interventi, tecnici certificatori, finanziamenti- ricorda la Milazzo- ed è necessario l’accesso al credito agevolato per favorire gli interventi su interi edifici”.
L’ingegnere Piana ha illustrato i contenuti dell’importante convegno organizzato da ANCE ed Ordine Ingegneri lo scorso 11 gennaio, per presentare una ricerca condotta dall’Università di Catania e dall’Imperial College di Londra, con l’intento di individuare possibili tecniche di adeguamento degli edifici in calcestruzzo armato, progettati in assenza di specifiche norme antisismiche.
C’è in gioco anche una Proposta di disegno di legge che punta ad attivare politiche di riqualificazione urbana operando sul patrimonio edilizio esistente e con la quale si demanda alle Regioni il compito di incentivare, anche con interventi di demolizione e ricostruzione, la messa in sicurezza degli immobili e del tessuto urbano. L’obiettivo è anche quello di estendere i benefici fiscali per le ristrutturazioni, anche per gli interventi di demolizione e ricostruzione.
Quanto costa dunque adeguare e mettere in sicurezza la propria abitazione? “La proposta con soluzione innovativa di adeguamento dell’edificio, secondo lo studio costa tra 300 e 400 € al mq – ha spiegato Calió – Si tratta di un sostanziale incremento della prestazione antisismica, paragonabile agli edifici nuovi. Esistono tecnologie per la nuova edilizia ma non sono mai applicate con questa configurazione negli edifici esistenti”.
La consulente fiscale Spanó, ha posto l’accento su come la legge di stabilità 2017 abbia previsto una serie di interventi sul piano delle detrazioni fiscali e dei bonus, alcune di queste agevolazioni fiscali sono state prorogate, altre sono state potenziate. Tra questi il “bonus ristrutturazioni” (proroga per il 2017 della detrazione per la ristrutturazione edilizia); il “bonus mobili” (detrazione del 50% sull’acquisto di mobili destinati ad un immobile che è in ristrutturazione edilizia ed anche per elettrodomestici); l’“ecobonus” approvato per una detrazione del 65% per lavori di riqualificazione energetica degli edifici; il nuovo “ecobonus condomini” che riguarda la detrazione al 70% per le spese di riqualificazione energetica di parti comuni degli edifici condominiali che sale al 75% su parti comuni dei condomini , per opere finalizzate a migliorare la prestazione energetica invernale o estiva.
All’indomani del sisma al Nord Italia, la Giunta del Comune di Catania ha deliberato incentivi ai privati che intendano mettere in sicurezza antisismica i propri immobili o che demoliscono e ricostruiscono, riducendo del 75% il contributo di costruzione e ristrutturazione ed abbassando l’aliquota del costo dell’intervento dal 5% all’1,5%.
Sgravi importantissimi ma non sufficienti a spingere i proprietari ad affrontare le notevoli spese per la messa in sicurezza delle proprie case.
Per il segretario Fillea Giovanni Pistorio, “Occorre la definizione di un quadro normativo che favorisca il processo di rigenerazione urbana in funzione antisismica e ciò implica anche una opportunità per rimettere in moto l’economia edilizia, senza consumare suolo. La crisi che dal 2008 attanaglia il mercato delle opere pubbliche in Sicilia, con un costante calo degli appalti, i ritardi nei pagamenti nei lavori già realizzati e la stretta del credito, mette le imprese con le spalle al muro ed i primi a farne le spese sono i lavoratori. Spesso è difficile trovare i fondi, ma altrettanto spesso, se i fondi ci sono, restano bloccati nei cassetti per la burocrazia”.
A concludere i lavori è stato il segretario generale Giacomo Rota: “Serve un piano ventennale a sostegno della città esistente, senza consumo di suolo e nell’ottica di una forte diffusione della cultura antisismica con il pieno coinvolgimento della Protezione Civile. Pensiamo che si debba lavorare su una strategia pluriennale che coinvolga l’intera città metropolitana e che si debbano seguire logiche globali di rigenerazione urbana. Non tutto il patrimonio edilizio può essere messo in sicurezza, una parte va sostituita bell’ottica degli spazi urbani. Ma è necessaria una cabina di regia che coordini le azioni nell’interesse del territorio. Presto faremo un’altra iniziativa sulle tematiche della riqualificazione urbana e per l‘occasione vorremmo confrontarci anche con l’assessore comunale Salvo Di Salvo, già da tempo nostro importante interlocutore su questi temi”.