Operative dal 1° marzo, con la pubblicazione in Gazzetta del decreto ministeriale 58/2017, prevedono detrazioni (fino 80% per proprietari singoli e 85% per i condomini nelle parti comuni) per chi migliora le prestazioni antisismiche del proprio immobile
Il Sismabonus e la classificazione del rischio sismico dal primo marzo sono diventati operativi. Con gli eventi sismici che si sono susseguiti negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi sette mesi, il governo ha dovuto mettere mano a un sistema di incentivi che invogliasse i proprietari di immobili e – soprattutto – i condomini a mettere mano al portafogli per rendere più sicuro i propri immobili. Fino a questo momento, infatti, gli unici incentivi messi in campo si indirizzavano per lo più all’efficientamento energetico, a nuovi elettrodomestici, a nuovi mobili o alle ristrutturazioni in generale. Ma che senso avrebbe cambiare gli infissi per non far entrare nessuno spiffero se poi un ipotetico colpo di vento ben assestato (cioè un terremoto) butterebbe giù le pareti che circondano quell’infisso?
In un convegno organizzato dall’Ance due anni fa era stato fatto il punto della situazione e i dati coincidono con quelli che sono emersi dal convegno organizzato da Cgil, Fillea e Sunia pochi giorni fa. “Se a Catania se si verificasse un sisma simile a quello del 1693, il 78% degli edifici collasserebbe” aveva detto il prof. Giuseppe Margani, docente di Architettura tecnica a marzo 2015. “E questo perché la maggioranza degli edifici sono stati costruiti durante il boom economico e comunque prima del 1981. Una data che rappresenta uno spartiacque nel mondo dell’edilizia antisismica, visto che è solo dal 1981 che la Sicilia, e Catania in particolare, è stata definita sismica”.
Ed ecco perché in qualche modo, alle falde dell’Etna, si stava aspettando il Sismabonus che è operativo dal 1° marzo con l’entrata in vigore delle “Linee guida per la classificazione di rischio sismico delle costruzioni nonché le modalità per l’attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell’efficacia degli interventi”. Il riferimento normativo è la Legge di Stabilità 2017 approvata il 21.12.2016.
La formula matematica del Rischio Sismico: Pericolositàà x vulnerabilità x esposizione
Nelle slide che le spiegano queste Linee Guida “costituiscono il primo strumento di attivazione di una concreta politica di Prevenzione Sismica e la misura fiscale prevista è una vera e propria novità” da applicare su larga scala e senza graduatorie di accesso.
Il rischio sismico diventa, quindi, unità di misura per la prevenzione oltre a essere il risultato di una misura matematica che moltiplica la pericolosità della scossa in un determinato territorio x la vulnerabilità dell’edificio x l’esposizione cioè la valutazione socio/economica del territorio. In altre parole i coefficienti “Causa, Effetto e Conseguenze” consentono di calcolare la Classe di rischio sismico dell’edificio in una scala che va da A+ (il più sicuro) a G (il meno sicuro).
L’accesso al bonus fiscale passa proprio da questa classificazione che può essere convenzionale (e permette di migliorare una o più classi di rischio) o semplificata (miglioramento di un solo grado) e va fatta tramite un “professionista, ingegnere o architetto, iscritto al proprio Ordine di appartenenza” si legge nel decreto ministeriale 58/2017.
Quali sono le novità del Sismabonus
– Estensione delle zone sismiche 1, 2 e 3 nel territorio nazionale.
– Stabilizzazione per 5 anni (fino al 31 dicembre 2021) e detrazione in 5 anni.
– Gli immobili compresi sono: abitazioni, seconde case e attività produttive.
– Cessione del credito ai fornitori per chi non può sostenere la spesa (con successivo provvedimento dell’Agenzia delle Entrate).
Le detrazioni aumentano se si migliora di una o due classi di Rischio. Questi i parametri:
– Abitazioni, prime e seconde case, e edifici produttivi: detrazione al 70% migliorando 1 classe di rischio; detrazione all’80% se si migliorano 2 o più classi di rischio.
– Condomini parti comuni: detrazione al 75% migliorando 1 classe di rischio; detrazione all’85% se si migliorano 2 o più classi di rischio.
L’ammontare delle spese non deve essere superiore a 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare di ciascun edificio.
I passaggi per l’accesso al beneficio fiscale
Il proprietario incarica un professionista della valutazione della classe di rischio e della predisposizione del progetto di intervento;
• Il professionista, architetto o ingegnere, individua la classe di Rischio della costruzione nello stato di fatto prima dell’intervento;
• Il professionista progetta l’intervento di riduzione del rischio sismico e determina la classe di Rischio della costruzione a seguito del completamento dell’intervento;
• Il professionista assevera i valori delle classi di rischio e l’efficacia dell’intervento;
• il proprietario può procedere ai primi pagamenti delle fatture ricevute;
• per la cessione del credito seguirà provvedimento Agenzia delle Entrate;
• Il direttore dei lavori e il collaudatore statico attestano al termine dell’intervento la conformità come da progetto.
Monica Adorno