Da Catania a Nicolosi il tragitto in macchina è breve e costellato di rosa, ma l’indomani da qui sarebbe passato il Giro d’Italia 100 e tutto era pronto. Le transenne aspettavano solo di essere spostate, il piano della viabilità di tutti i Comuni erano stati firmati, la spesa per questi due giorni era stata fatta e chi ha la fortuna di abitare lungo il percorso della IV e V tappa del Giro, rispettivamente da Cefalù all’Etna e da Pedara a Messina, può fare il tifo senza altri patemi. Intanto per le strade è un fioccare di nastri, palloncini e fiori rosa in un tripudio che fa sorridere e regala una gioia inaspettata in questo mese di maggio che vedrà la Sicilia orientale protagonista, per ben due volte, del panorama internazionale. Con il Giro d’Italia e con il G7.
Ed è proprio così. La quarta tappa del Giro parte da Cefalù e chi non può seguirlo dal vivo approfitta della diretta Rai o di quella su Raiplay ed è una vera goduria. Perché è vero che parte dalla costa occidentale, ma la protagonista indiscussa è lei, l’Etna, che i conduttori delle varie trasmissioni continuano a identificare come maschio… non lo sanno, o non l’hanno ancora capito, che lei è donna, è madre, è tutto per chi le vive accanto. Ma anche per i conduttori è la protagonista, il punto d’arrivo “infernale” a cui si potrà arrivare solo a “passo d’angelo”. Come farà Jan Polanc tagliando per primo il traguardo dopo quattro ore e 55 minuti di pedalate continue o Bob Jungels che su quelle pendenze, che sfiorano il 12% di dislivello, si aggiudicherà la maglia rosa della tappa. Pochi secondi più in là, 29 per l’esattezza, arriverà anche Nibali insieme ad altri nove ciclisti. In seconda posizione in arrivo sull’Etna solo Zakarin che si distacca da Polanc di 19 secondi.
Ma non è l’arrivo che ci interessa e ci affascina. Quello che ci ha tenuti incollati alle immagini per quasi tutte le quattro ore della gara è l’amore per questa terra che ha quel tutto che a volte riesce a trasformare in nulla. Eppure, a dispetto di tutti gli sfregi che siamo riuscite a farle in passato, è sempre lì, bellissima, fiera, solare, generosa e stupenda pronta ad aprire le sue porte e a condividere ciò che la Natura le ha regalato con tanta generosità.
Ed è bellissimo guardarla in tv, riconoscerne panorami e anfratti e pensare che in ciò che tutto il mondo sta guardando in quel momento c’è un pezzetto di te. Esattamente quel pezzetto di Sicilia che riceve in dote chi nasce in questo triangolo di bellezza e centralità.
Sono fiera e sono orgogliosa di guardarla dall’alto e scoprirmi a pensare che anche da quest’angolazione è una terra meravigliosa e che i tanti abusi, edilizi e non, che abbiamo sperperato sulla sua pelle, non si vedono. In più è piena di alberi e di prati che accompagnano quasi tutti i 180 chilometri della IV tappa del Giro. Sull’Etna quel panorama cambia, la terra diventa nera pietra lavica, la vegetazione è a chiazze e il fascino diventa lunare. Dislivelli spaziali e piccoli coni creati dal vento e da antiche colate sussurrano odi leggendarie e veritiere in cui la regina è Lei. Qui è Lei che comanda, l’Etna.
Che Dio la benedica!
Monica Adorno