Il festival è nato da un’idea del musicista senegalese Jali Diabate che ne cura la direzione artistica. Lunedì 26 e martedì 27giugno a Palazzo della Cultura di Catania
Catania – «Non un festival su immigrazione o emigrazione, ma sulle migrazioni: spostamenti naturali che, nei secoli, hanno plasmato l’Umanità, le relazioni e lo sviluppo di tutte le civiltà». Così Mario Gulisano, presidente dell’associazione Darshan e Maurizio Cuzzocrea di AreaSud presentano Out of Africa, il festival di cultura africana che si svolgerà a Catania lunedì 26 e martedì 27 giugno e che già dal titolo evoca l’ormai conclamata ipotesi paleoantropologica delle grandi migrazioni e dell’origine africana dell’Umanità.
Il festival, alla sua seconda edizione, è nato da un’idea del musicista senegalese Jali Diabate che ne cura la direzione artistica e rientra nella rassegna “Estate in città 2017” del Comune di Catania.
Due giorni tra seminari, incontri, mostre, workshop, proiezioni e musica, che si snoderanno tra Palazzo della Cultura e Palazzo Pedagaggi e che offriranno l’occasione per immergersi nella comprensione di fenomeni attuali e per ripercorrere l’esperienza dell’umanità migrante.
“Abbiamo voluto utilizzare – dicono gli organizzatori – un format in cui oltre alla musica, ambiente dove la contaminazione e l’integrazione avvengono da sempre in modo naturale, si potesse anche avviare un dibattito sull’opportunità e il valore delle migrazioni e dell’integrazione in tutti i settori”.
La due-giorni di Out of Africa si aprirà lunedì 26, alle ore 18 al Palazzo della Cultura, auditorium Concetto Marchesi, con la presentazione del progetto. Saranno inaugurate la mostra di fotografie “Negli occhi dei bambini” del fotografo calabrese Angelo Maggio e la mostra di pittura “Memory Dindinya” realizzata come laboratorio dai migranti ospiti del Centro di accoglienza di Mineo e diretto da Baye Gaye e Raoul Vecchio. Alle 21, in collaborazione con PopCult e a ingresso libero, sarà proiettato il docufilm “A seafish from Africa – Il mio amico Banda” del regista bolognese Giulio Filippo Giunti (Italia, 2016, 62′).
Martedì 27, alle ore 10 al Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania (Palazzo Pedagaggi), si terrà la Tavola rotonda, moderata Maurizio Cuzzocrea, con la ricercatrice Daniela Lucia Rapisarda e l’antropologo Fabio Fichera e nel pomeriggio il festival tornerà al Palazzo della Cultura per il seminario “Invasione? Testimonianze e progetti per l’integrazione”, con l’intervento di rappresentanti delle associazioni del Terzo Settore.
Grande festa finale, la sera, alle 21, nella Corte del Palazzo Platamone con Inside Africa, concerto di musica africana e contaminazioni (ingresso a pagamento) che vedrà sul palco Jali Diabate insieme a vari artisti tra i quali il cantante palestinese Faisal Taher, la formazione senegalese Johnny’s Family Project e la Piccola Orchestra del Liceo Musicale Turrisi Colonna (Senegal/Italia) composta dagli studenti che hanno partecipato al workshop di musica africana.