Torna il circo solidale a Catania

Il “Royal Circus” dopo 25 anni fa tappa sotto l’Etna e fisserà il tendone vicino all’ospedale Garibaldi Nesima. Gli spettacoli si terranno dall’8 dicembre al 21 gennaio 2018

Royal CircusQuando il mondo dello spettacolo si unisce a quello del sociale, il successo è preannunciato: con questi presupposti “Royal Circus” fondato nel 1983 dalla famiglia Dell’Acqua, dopo 25 anni torna in Sicilia per omaggiare l’isola. A fare da quinta, stavolta, sarà per la prima volta Catania, nella zona del nuovo ospedale “Garibaldi”, dove la carovana circense si fermerà dall’8 dicembre sino al 21 gennaio, destinata a ripetere il notevole consenso già ottenuto l’anno scorso a Palermo, quando «alla luce delle migliaia di presenze registrate, siamo andati al di là di ogni attesa», commentano i fondatori.
Il conto alla rovescia, dunque, è già iniziato e si va ben oltre la tradizionale idea di circo: ci sarà da ricredersi per quanti si aspettano di assistere solo agli spettacoli – sempre attuali – con leoni, tigri, zebre, cavalli, struzzi, ma anche con l’elefante giraffa e con l’ippopotamo più grande d’Europa. “Royal Circus”, infatti, per circa un mese e mezzo nei due spettacoli al giorno proporrà anche le attrazioni che lo hanno reso celebre, con numeri di alto livello tra cui il “Globo della morte” (che ha come protagonisti gli eclettici motociclisti brasiliani) e le evoluzioni della trapezista Eathel Biasini.

La ruota della morte del Royal Circus, numero del duo brasiliano

La ruota della morte del Royal Circus, numero del duo brasiliano

Per la gioia dei più piccoli, ci sarà anche “Spiderman” in una rappresentazione inedita e lo spettacolo di clown, esilarante come pochi. Divertimento assicurato, secondo lo spirito che anima il circo in generale e che, comunque, il “Royal Circus” intende interpretare, non trascurando l’aspetto sociale: la famiglia Dell’Acqua negli anni mira a prestare attenzione anche a coloro che sono meno fortunati, riservando particolari iniziative in ogni piazza toccata. A Catania, considerato che si tratta di un esordio in assoluto, l’impegno su questo fronte sarà ancora maggiore, nel solco di una tradizione che contribuisce a fare distinguere il Royal Circus, già rinomato per il benessere garantito ai propri animali che vale la pena di ammirare negli orari destinati alla visita dello zoo.
Lo spettacolo, apprezzato da oltre un milione di spettatori di cinque continenti diversi, è allestito da un gruppo di giovani artisti (quasi tutti cugini), e vanta premi e partecipazioni a realtà mondiali del settore come il “Festival internazionale del Circo di Monte Carlo”, il “China Wuqiao International Circus Festival”, “Le Festival” di Massy in Francia e il “Festival internazionale del circo – Città di Latina”.

Royal CircusUn tendone moderno e confortevole, dotato di luci e di audio di ultima generazione, ospiterà le attrazioni inserite nel programma messo a punto senza trascurare alcun particolare e nell’ottica di una sempre maggiore valorizzazione dell’arte circense, autentico vanto per l’Italia che in questo ambito gode di una tradizione consolidata. Un contesto nel quale la famiglia Dell’Acqua occupa un ruolo di spicco, come emerge dalla biografia: il circo fu fondato tra gli anni ’30 e ‘40 da Alberto Dell’Acqua, figlio del capostipite Arnaldo, un ginnasta lombardo, con il nome di “Circo Impero”. Ebbe subito notevole successo, sino a quando non si verificò un episodio terribile: il 31 dicembre del 1943 il circo si trovava ad Ortona, in Abruzzo, e ricevette l’ordine di trasferirsi per motivi di sicurezza a Chieti che, invece, venne bombardata. Morirono la moglie Berta e cinque degli otto figli Adis, Rosanna, Franca, Minnie e Loris. Al tragico evento scamparono soltanto Marcello, ancora oggi nello staff, Oscar e la piccola Adriana, salvata grazie alla protezione del corpo della madre che la stava allattando al momento del bombardamento che distrusse l’intero complesso circense. Una storia, questa, che commosse tutta l’Italia, al punto che il noto illustratore Walter Molino la rievocò in una delle sue “tavole” pubblicate sulla “Domenica del Corriere”. Dopo qualche anno, venne ricostituito come “Circo delle sorelle Dell’Acqua”; poi, all’inizio degli Anni ’80, assunse la denominazione attuale.

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