A Tremestieri i funerali della “parlatrice” della Marionettistica della Famiglia Napoli. Catania e il teatro perdono un pilastro insostituibile della tradizione
Si sono celebrati lo scorso 15 Gennaio, nella Chiesa Madre “Maria S.S. della Pace” di Tremestieri Etneo, i funerali di Italia Chiesa Napoli, donna forte e pilastro insostituibile della grande tradizione dell’Opera dei Pupi catanese che, in punta di piedi, è andata via sabato 13 Gennaio lasciando ai figli, ai nipoti, ai tanti estimatori e a una città intera la sua grande eredità di saggezza antica e di professionalità.
Donna coraggiosa, Italia era nata nel Novembre del 1924 da Erminia e Tino Chiesa ed aveva iniziato a fare teatro con la sua famiglia. Sposatasi poi, nel 1945, con Natale Napoli, facendosi apprezzare come “parlatrice”, era diventata parte attiva della Marionettista dei Fratelli Napoli, fondata nel 1921 da Don Gaetano Napoli ed oggi diretta da Fiorenzo Napoli.
Nella sua straordinaria carriera ha dato voce, passione, fierezza a dame, eroine, maghe, negromantesse delle storie dei Pupi ed ha partecipato, sin dalla prima edizione (1961) con Domenico Modugno, a tutte le edizioni di “Rinaldo in campo”, commedia musicale di Garinei e Giovannini.
Per la sua intensa e luminosa esperienza di vita, come donna e come artista, come mamma, moglie, nonna e punto di riferimento per tutta la famiglia, a casa ed a teatro, Italia Chiesa Napoli può sicuramente collocarsi fra le leggende femminili del teatro catanese, al pari di Rosina Anselmi.
Con la sua scomparsa, a 93 anni, Catania, l’opera dei Pupi, il Teatro, perdono un pilastro insostituibile della nostra tradizione e della nostra storia culturale più pura e vera. Italia Chiesa Napoli lascia, però a tutti noi, con la sua famiglia e con la Marionettistica guidata dal figlio Fiorenzo, un messaggio di speranza, un patrimonio come quello dei suoi amati pupi da tramandare e perpetuare nei tempi.
Tra i tanti riconoscimenti ricevuti, ricordiamo che nel 1978, con il marito Natale Napoli, era stata premiata ad Amsterdam dai reali di Olanda con il Premio “Praemium Eraxmianun”, massimo riconoscimento internazionale a persone ed istituzioni che per la loro attività arricchivano la cultura europea. Questa la motivazione: “Per la capacità mostrata di adattarsi alle esigenze di un pubblico contemporaneo senza tradire la fedeltà alla tradizione”.
Elio Gimbo, regista catanese e guida del Centro Fabbricateatro, amico e profondo conoscitore dell’attività della Famiglia Napoli, spesso a stretto contatto con loro, (lo ricordiamo ad esempio ne “L’oro dei Napoli”) così ricorda la figura di Italia Chiesa Napoli: “Come tutte le grandi personalità scolpite dalla pratica teatrale Italia era dolcezza e intransigenza, carota e bastone. Sapeva creare e pretendere le condizioni di lavoro necessarie all’espressività teatrale. La nostra innovazione delle tecniche a vista fu figlia anche della bellezza, dell’espressività delle sue performances da parlatrice, con l’orecchio teso a Fiorenzo, il figlio-parlatore e gli occhi a Giuseppe, il figlio-animatore. Nei momenti d’intervallo seguiva lo spettacolo con movimenti del capo frutto di orecchio e occhio. La gentilezza, l’eleganza, il decoro – continua Gimbo – erano le sue cifre ed amo pensare che anche questa sia un’eredità da ricevere e passare, qualcosa che sta dentro al “mestiere” insieme a tecniche, costumi, pupi, attrezzi di scena”.
“Le piaceva inseguire treni che arrivavano e treni che partivano, – conclude Gimbo – intuiva fosse il miglior modo per andare incontro al futuro. Parlava spesso come un oracolo, una veggente che interpreta il futuro partendo dal passato e questa virtù la portava sempre a dire la verità. La missione di Italia e della sua famiglia-gruppo teatrale, affascina per la vastità di campi che abbraccia in profondità. Scalare fortezze le veniva bene come stare in scena; probabilmente ha affrontato così anche la malattia se è vero che la sua ultima volta in scena, nel gennaio 2016 ne “L’oro dei Napoli” al Teatro Sangiorgi, entrò nel finale semplicemente guardando la sua famiglia, nel frattempo cresciuta, abbracciandoli tutti con un sorriso muto che valeva l’urlo di Helene Weigel”.
La voce, la forza di Italia Chiesa Napoli, la magia dell’opera dei Pupi e la loro fierezza vivranno adesso – con più vigore – nell’attività dei figli, dei nipoti, nella storica Marionettistica Fratelli Napoli, sempre pronta alle battaglie e ad affrontare le nuove sfide dei tempi.
Sicuramente adesso il mondo della cultura, i pupi della Marionettistica, la città più appassionata (quella che “ha memoria”) sono più poveri, ma non dimenticheranno mai e mai finiranno di ringraziare donna Italia per ciò che ha fatto e donato nella sua vita e lei – ne siamo tutti convinti – con i suoi amati pupi, da lassù, ci darà la forza per proseguire le nostre battaglie quotidiane.
Maurizio Sesto Giordano