Note barocche e musica energica, la prima esibizione della SiBarO’ orchestra emoziona il pubblico

Vivaldi e Telemann protagonisti del concerto d’esordio della SiBarO’ Orchestra che si è tenuto nella Chiesa di San Camillo dei Mercedari in via Crociferi

Giorgio MandolesiCatania – La SìBarÓ Orchestra, creata a iniziativa del clarinettista Angelo Litrico, che la dirige, si compone di musicisti desiderosi di far conoscere le musiche vocali e strumentali risalenti ai decenni grosso modo compressi tra il 1600 e il 1750. A quella stagione appartengono composizioni che esprimono una energica gioia di vivere, convertita in pagine musicali opulente e sontuose anche quando ad eseguirle sono piccoli gruppi. Il primo concerto della stagione 2018 in via Crociferi, nella chiesa di San Camillo dei Mercedari, un edificio barocco che per acustica e per architettura si è rivelato congeniale.
Il repertorio proposto era centrato sulle sonorità brillanti di sommi compositori: Antonio Vivaldi (1678-1741) e Georg Philipp Telemann (1681-1767). Due solisti, che sono delle celebrità nel loro settore – cioè Giorgio Mandolesi (nella foto) al fagotto e Piero Cartosio al flauto dolce – hanno catturato scena e applausi. Enrico Luca e Anna Spoto, al flauto traversiere, sono stati gli altri due solisti che hanno imbastito con la SìBarÓ (acronimo di Sicilian Baroque Orchestra) il “Concerto per fiati nel primo Settecento”.
Di Vivaldi sono stati eseguiti il concerto per archi e cembalo Rv 121; il concerto per fagotto “La Notte” Rv 501 (qui il Prete rosso descrive in musica inquietudini e misteri che accompagnano quel fenomeno naturale); il concerto per fagotto, archi e cembalo Rv 484. Dopo la tradizione musicale della Laguna veneta, l’orchestra ha affrontato un altro esempio di estetica settecentesca, proponendo musiche di Telemann, un compositore comunque fortemente influenzato dalle sonorità del veneziano Corelli. Sono stati eseguiti il concerto per due flauti traversi, fagotto, archi e basso TWV 52: e2; il concerto per flauto dolce, flauto traverso archi e basso TWV 52: e11; il concerto per flauto dolce, fagotto, archi e basso TWV 52: f1. L’ultimo movimento di quest’ultimo, il trascinante Allegro, è stato concesso come bis.

SibaroMeritevoli di menzione i componenti dell’Orchestra che, sotto l’egida dell’Associazione Collegium Musicum Catania, promuovono la diffusione del repertorio barocco: Carla Marotta. Teresa Lombardo, Fiore Weidmann e Francesco Toro, al violino; Salvatore Randazzo, alla viola; Sun ah Choi e Jascha Parisi al violoncello; Christin Vaccaro, contrabbasso; e Rosaria Politi al cembalo. Nonostante i nomi esotici di molti di loro, gli orchestrali sono pressoché tutti residenti nella Sicilia orientale ed è ammirevole il loro impegno, di cui tangibile prova hanno dato in concerto.
Ma un musicista, oltre alle capacità interpretative, deve anche saper comunicare con il suo pubblico creando un feeling che è fatto di gestualità. In questo si sono rivelati imbattibili il fagottista Giorgio Mandolesi (che imbracciava il suo strumento come un chitarrista rock)e il flautista Piero Cartosio. Nel loro faccia a faccia hanno rivelato due personalità contrapposte, gagliardamente estroverso e in camicia rosa il primo, efficacemente taciturno e spirituale il secondo: anche questo è spettacolo.
Il concerto che si è tenuto nella chiesa di via Crociferi è inserito nell’ambito del Catania Musica Antiqua Festival 2018. Il prossimo appuntamento è per sabato 24 novembre, nella Chiesa Valdese di via Naumachia 18, alle ore 20.30 con il “Barocco d’Oltremanica”.

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