Quando nell’aprile del 2017 in modo esplicito, ma in realtà già da prima, il Procuratore della Repubblica di Catania, dott. Carmelo Zuccaro, rese note le sue preoccupazioni e le conseguenti azioni giudiziarie obbligatorie verso alcune ONG, da parte dei benpensanti buonisti – “a prescindere” – si gridò allo scandalo e alla lesa verginità dell’iconografia dell’itala accoglienza, anzi del servizio ship radio taxi, con prelievo a domicilio, di cui in molti erano fieri, e alcuni, anche locupletati.
Sappiamo che i fatti diedero ampiamente ragione al Procuratore Zuccaro, tant’è che il Governo, a luglio 2017, per mettere un primo argine alla debordante, diuturna ed indefessa attività dei “nostri eroi”, chiese a tutti, per poter continuare ad operare in Italia di sottoscrivere, per accettazione, un codice di condotta.
Non tutti firmarono, fra questi Medici Senza Frontiere (MsF). Non se ne conosce la motivazione reale, perché quella di non voler far salire a bordo delle proprie navi la polizia italiana è un insulto all’intelligenza, se non una vera e propria sfida anarchica a uno Stato sovrano.
Preferisco pensare che non firmò per la vecchia formula “non firma perché nobile”, o invece perché novelli Giàn Maria Volonté, pensavano di essere “cittadini al di sopra di ogni sospetto”.
Ciò non è dato sapere, ma certamente è lecito sospettare. Anzi, per chi di mestiere fa il Procuratore della Repubblica, non solo è lecito ma è anche obbligatorio.
Per esperienze passate della mia attività so che il porto di Catania è uno degli approdi più esosi, anche per la voce costo “ritiro e smaltimento rifiuti”.
Qualche anno fa fu la dichiarata motivazione dell’abbandono dello scalo catanese da parte delle compagnie di crociera.
Se a tale esborso assai oneroso si aggiunge il plus derivante dalla speciale natura del rifiuto, si capisce come la tentazione possa aver indotto qualcuno a delinquere ed altri alla complicità.
Un amico medico infettivologo mi diceva che la parte più preoccupante di quanto accaduto è dove e con quali accorgimenti e cautele tali rifiuti siano stati smaltiti.
Le patologie presenti a bordo possono infatti trasmettersi in molti modi, compresa la promiscuità dei rifiuti.
Di fronte alla inchiesta della Procura di Catania, che ha portato al sequestro della nave Aquarius nel porto di Marsiglia, si è scatenato lo stesso pandemonio dell’Aprile 2017 e a difesa dell’intoccabilità di MsF è sceso in campo di tutto e di più, compresi molti autorevoli volti del giornalismo televisivo che, senza giri di parole hanno accusato il Procuratore Zuccaro di andare a caccia di navi in Francia, tralasciando ciò che accade dentro casa al CARA di Mineo.
Quando si dice “al cuor non si comanda”, ma alla geografia giudiziaria sì. Mineo è sotto la giurisdizione della Procura di Caltagirone e non di Catania.
Se è vero che MsF non ha violato alcuna legge, e quindi le intercettazioni erano solo uno scherzo per prendere in giro eventuali intercettatori, come si dice in gergo “ioci causa”, saremo tutti più tranquilli, specie ora che in Italia non possono più attraccare.
Se poi MsF avesse sottoscritto quel protocollo e avesse applicato e rispettato le leggi italiane, le eventuali responsabilità ricadrebbero esclusivamente sui singoli.
Da parte mia la tranquillità la dà un Procuratore della Repubblica che non avendo bisogno di farsi pubblicità per fare carriera, intraprende azioni obbligatorie a tutela della collettività e dello Stato.
Alfio Franco Vinci