La legge, parola che etimologicamente significa obbligare, da “ligare”, è un atto dello Stato che fissa regole di condotta vincolanti per la generalità dei cittadini.
La massima sintesi di ciò trova conferma nella locuzione latina “ignorantia legis neminem excusat”, cioè l’ignoranza della legge non scusa nessuno, o più comunemente: “la legge non ammette ignoranza”
Se ciò è vero, e se ne pretende il rispetto, come si può logicamente pensare che “la generalità dei cittadini” sia in grado di comprendere una legge, per la cui osservanza non sono ammesse scuse, composta da un unico articolo, con 1143 commi, da integrare con 161 misure attuative, che per essere decifrata ha avuto bisogno dei 35 dei massimi esperti nazionali, che hanno redatto una nota esplicativa di 258 pagine pubblicata dal Sole 24 Ore.
Verrebbe da dire con il grande Totò “ma mi faccia il piacere”
Purtroppo invece questa è la sconfortante realtà, immutata ed immutabile da almeno 50 anni, che ci relega in una sorta di analfabetismo medievale, simile a quello in cui vivevano i nostri antenati di molti secoli fa, quando gli unici abilitati a leggere e scrivere erano solo i religiosi, e nemmeno tutti.
Infatti le 258 pagine di nota esplicativa non sono alla portata di tutti, ma, a loro volta per addetti ai lavori.
Quando poi con grande fatica si arriva a comprendere una disposizione, la sua attuazione risulta talmente complicata da far desistere i più.
Tutto ciò si traduce, ancora una volta in una vera e propria manna dal cielo per esperti, consulenti, patronati, sindacati e associazioni dei quali siamo ormai dannati a non poter più fare a meno.
Mi dicono che negli Stati Uniti di America, per esempio, la determinazione delle imposte da pagare è semplicissima: tutto ciò che ho guadagnato, meno tutto, ma proprio tutto, ciò che ho speso, sulla differenza paghi le imposte.
La documentazione (scontrini, fatture e ricevute) viene giornalmente inserita nella “shoes box tax” (una scatola di scarpe) e totalizzata a fine anno.
Io credo che il problema di fondo stia nel diverso modo di vedere le persone;
La’, ma non solo, le persone vengono viste come cittadini da amministrare, da noi invece, nonostante i tanti illusori proclami, come sudditi da vessare in pieno stile medievale.
Non so se arriverò a veder cambiare l’andazzo, ma quando avverrà, spero presto, sarà un benefico tsunami, di cui abbiamo grande bisogno.
Dietro le norme incomprensibili si celano da sempre angherie e porcherie, camuffate da un “latinorum” di manzoniana memoria, di cui non ne possiamo più.
Alfio Franco Vinci