#NonCiFermaNessuno è il tour motivazionale ideato e promosso da Luca Abete, storico volto di “Striscia La Notiza”. Anche l’Auditorium “Giancarlo De Carlo” dell’ex Monastero dei Benedettini di Catania ha fatto da cornice all’incontro tra Abete e i giovani. Ragazzi universitari e non, che hanno attivamente partecipato ad una campagna sociale senza precedenti. Studenti coinvolti per parlare di coraggio, sogni, passione e di incidenti di percorso capaci di diventare opportunità.
«Ho creduto fermamente in questa idea che all’inizio sembrava folle – spiega Luca Abete – ma che anno dopo anno ha dimostrato di essere un progetto concreto e di grande successo. Un esperimento decisamente riuscito andato ben oltre le aspettative, incontrando la gratitudine degli studenti, l’entusiasmo delle università e l’interesse delle aziende. Se da una parte in molti ci dicono di restare con i piedi per terra e che sognare è un’illusione, dall’altra con questo format vogliamo dimostrare che inseguire i propri sogni e provare a spiccare il volo è un diritto per tutti. E a proposito di sogni, il mio è che la carovana dell’ottimismo nata quasi per gioco sia un punto di partenza per lanciare iniziative straordinarie perché #NonCiFermaNessuno ci insegna che allo stupore che sa creare non c’è mai fine».
Per due ore trasmetti a chi ti guarda una carica di positività ed una voglia di credere in un futuro migliore. Ma ogni incontro, cosa ti lascia?
«Durante l’incontro ci sono ragazzi che mi interrompono e mi fanno domande. Questo è molto positivo. Ringrazio chi mi dà la possibilità di “non suonare un disco” ma di dialogare insieme. Sono contento di confrontarmi con loro e cercare di portare un po’ di positività. Questo format dopo cinque anni, ha vissuto con grandissima dedizione all’ascolto. Abbiamo realizzato tre ricerche sociologiche già pubblicate. Tramite un team di esperti abbiamo analizzato quelle che sono le esigenze dei ragazzi. Noi lavoriamo per cercare di dare delle risposte, partendo proprio dall’ascolto dei giovani».
Per la prima volta, #NonCiFermaNessuno ha fatto tappa anche a Catania. Qual è il tuo rapporto con la nostra città?
«Sono venuto lo scorso dicembre ed appena sono arrivato ho subito esclamato “mamma mia, cos’è un luna-park?”. Era bellissima. Tanti ragazzi in giro, c’era un entusiasmo ed un fermento contagioso. Purtroppo, faccio un lavoro che mi permette di girare tanto, ma quando arrivo nelle città, devo stare poche ore e poi subito a prendere un aereo. Non ho mai la possibilità di vedere tanto. Oggi ho avuto la possibilità di vederla di giorno e, sinceramente, se avessi avuto la telecamera con me mi sarei fatto almeno una ventina di servizi. Succedono cose incredibili, il casco non lo usa nessuno. Ci sono parcheggiatori abusivi in ogni angolo. Si fanno carciofi arrostiti sul marciapiede senza nessun rispetto del suolo pubblico. Alcune persone si prendono un po’ troppa libertà».
Dopo un periodo come animatore di matrimoni e di grandi eventi, hai avuto la possibilità di portare in tv un programma tutto tuo. Grazie alla tua forza e alla voglia di crederci sempre, senza arrendersi mai, nasce “Marameo Show”. Cosa ricordi della prima volta che ti sei visto in tv?
«Fu un’impresa terribile. La cosa che non avevo calcolato era il pubblico. Ero abituato a fare spettacoli come clown e nascevano proprio dall’interazione con le persone. Facevo una gag, loro ridevano ed io insistevo. Quando, invece, cominciavano a non ridere più, cambiavo il modo di farlo. In tv, invece, non avevo il pubblico. Parlavo senza avere coscienza di come stavo realizzando la gag. Fare questa cosa senza il pubblico, fu un trauma. All’inizio non volevo più fare televisione, ma poi ho trovato l’antidoto per questo inconveniente. Oggi faccio proprio questo lavoro».
“Marameo Show” è stato un tuo sogno che si è realizzato. I sogni fanno parte anche del tuo raccontare #NonCiFermaNessuno. Oggi, invece, cosa sogni?
«Non ho mai smesso di sognare e credo che non smetterò mai di farlo. Non ho mai sognato un traguardo principale. Non ho mai sognato di lavorare a “Striscia la notizia”, ho cominciato a fare delle cose per bene. Mi auguro che la vita mi dia sempre la possibilità di avere l’entusiasmo, la forza e l’energia per continuare a mettermi alla prova».
L’originalità del format comunicativo e l’importanza del messaggio trasmesso da #NonCiFermaNessuno ti hanno portato a ricevere importanti riconoscimenti: l’Università di Parma due anni fa ti ha conferito il titolo di Professore ad Honorem in “Linguaggio del Giornalismo”, e la campagna sociale ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica e dal 2018 vanta il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Tra i tanti riconoscimenti anche l’incontro con Papa Francesco.
«È stata una grandissima festa. C’erano settemila ragazzi provenienti da tutta Italia. Eravamo a Città del Vaticano, avvolti da un’atmosfera incredibile. C’era il Papa che è adorato da tutti, anche da me. Mi sono divertito. Come tante cose della mia vita non mi pongo un obiettivo e non ho paura del confronto con una realtà particolare. Ho vissuto quel giorno come una grande giornata di festa e l’ho fatta a modo mio. Ci siamo divertiti tanto e alla fine abbiamo fatto un bellissimo selfie che ha fatto il giro del mondo».
“Striscia la notizia” ti ha visto anche conduttore. È stata una bella responsabilità…
«È stato bellissimo quel periodo. Noi inviati, conducevamo un programma che racchiudeva le migliori performance degli ultimi anni. L’ho condotto con Gianpaolo Fabrizio, l’attore che interpreta il sosia di Bruno Vespa, ed è stato molto bello. Anche in quella esperienza sono stato sereno, tranquillo e mi sono divertito. Ho avuto la possibilità e l’onore di condurre da un bancone storico per la televisione italiana. L’ho fatto con spirito di divertimento e con un estremo spirito di umiltà. Mi sono messo in gioco per un ruolo così importante. Solo alla fine mi sono reso conto di quanto era bello tutto quello che avevo intorno».
Da inviato, invece, molte volte sei finito in ospedale. Tante le botte che hai preso. Ma ti sei mai chiesto “chi me l’ha fatto fare”?
«I lavori rischiosi sono tantissimi. Non sono il primo che fa un lavoro dove ci sono delle componenti di rischio. Va detto che sono una persona molto fortunata, perché è vero che ho dei rischi ma è anche vero che ho la possibilità di cambiare delle cose che non vanno. Riesco a rappresentare quella parte di italiani che sogna una speranza. Un qualcosa che possa rappresentare un appiglio per cambiare questa Italia. Diventare aggregatori della riscossa della gente, ne vale la pena».
Come mai molte volte gli italiani si rivolgono “alla televisione” e non alle Forze dell’Ordine?
«Non c’è l’ho con le istituzioni né con le forze dell’ordine. Mi rendo conto che loro devono seguire dei protocolli e non possono avere la libertà che abbiamo noi di “Striscia la Notizia”. Molto spesso, purtroppo, le Istituzioni ed il sistema politico sono un po’ sordi alle richieste di aiuto delle persone. La nostra praticità, la nostra raggiungibilità e la nostra voglia di risolvere i problemi spinge molti italiani a rivolgersi a noi. Ma non capita solo al cittadino, ma molte volte anche ai sindaci. Sono proprio loro che ci chiamano per chiederci aiuto. Ci chiamano per risolvere qualche problema che hanno sul territorio. Questa è una cosa che mi riempie di orgoglio perché mi fa capire che possiamo essere utili».
Simone Russo