In provincia di Catania eletti tutti i sindaci al primo turno. In Sicilia due dei sette Comuni che potevano accedere ai ballottaggi hanno eletto il sindaco: Aci Castello e Bagheria
34 i Comuni siciliani che sono stati chiamati al voto domenica scorsa, di questi solo sette avevano i numeri per arrivare al ballottaggio e solo in due un candidato ha vinto al primo turno: a Bagheria dove ha vinto Filippo Tripoli (46%) e Aci Castello dove Carmelo Camillo Scandurra ha conquistato il 53,74%.
Andranno al ballottaggio: Michele Giarratana (37%) del centrodestra, e Roberto Gambino (20%) dei 5S a Caltanissetta. Lucio Greco (37%), FI di Miccichè e il Pd, e Giuseppe Spata (31%) della Lega a Gela. Calogero Martire (29%) del centrodestra ed Enzo Alfano (28%) dei 5S a Castelvetrano. Salvatore Quinci (33%) sostenuto da liste civiche e Giorgio Randazzo (21,1%), della Lega si scontreranno a Mazara del Vallo. A Monreale verrà eletto il migliore tra Alberto Arcidiacono (24%), autonomisti e #Diventeràbellissima, e l’uscente Pietro Capizzi (23%), appoggiato da una parte del Pd e da pezzi del centrodestra.
Tre i Comuni in provincia di Catania che dovevano esprimere il sindaco al primo turno. A Motta Sant’Anastasia, vince con il 44,12% Anastasio Carrà appoggiato dalla Lega; a Ragalna Salvatore Chisari viene riconfermato sindaco con il 55,81%. Salvatore Russo vince a Zafferana Etnea con il 54,10%.
In questa bailamme di percentuali quelle che si riferiscono ai votanti sono un po’ deboli: poco meno del 57% i siciliani che sono andati a votare, l’8,16% in meno rispetto al 2018. “Numeri forse un po’ troppo bassi per considerare la Sicilia un laboratorio politico con visioni nazionali” ha commentato l’ex direttore di Confindustria Catania, Alfio Franco a poche ore dai primi risultati, sottolineando però che alla luce di questi risultati – e a dispetto del fatto che Salvini esulta e i 5S pure – in realtà non c’è molto da stare allegri da nessun punto di vista. Intanto perché la Lega più che altro ha tenuto la posizione mentre i 5S sembrano perderla, anche per non essere riusciti a mettere il cappello al primo turno in pieno territorio di Cancellieri, Caltanissetta.
“Insomma, sembra che nessuno ha vinto e nessuno ha perso. Però il M5S che ha vinto nel 2018 sicuramente non sta tenendo la posizione. La Lega, se non subisce gli effetti del logoramento dello stare al governo con un partner che ogni giorno lavora, o lavorano entrambi, per indebolirlo o indebolirsi, non potrà continuare ad avere trionfi. E se questa – ha continuato Vinci – è la possibile fotografia di ciò che potrebbe accadere a livello nazionale, c’è molto di inquietante. Nel frattempo però abbiamo un Pd che comincia a dare, con la segreteria Zingaretti, i primi segnali di rinascita o di risveglio”. Segnali (timidi?) come quello di Aci Castello dove il sindaco appena eletto, Carmelo Scandurra, è stato appoggiato da Sammartino ma senza sfoggiare il simbolo del Pd.
Da questi fatti, capire cosa ci prospetta il 27 maggio è un po’ come indovinare un terno al lotto.
Monica Adorno