Un ricordo ed un saluto, l’ultimo purtroppo, a un carabiniere nell’animo, fiamma d’oro del canottaggio e un paladino del settore agrumicolo siciliano come scelta di vita
Vito Ruggieri l’ho conosciuto quasi 40 anni fa. Era un giovane rampante pieno di forza e di coraggio che, per amore della nostra terra e dei suoi magici frutti, lasciò l’arma dei Carabinieri di cui era fiamma d’oro del canottaggio, assieme ai fratelli Abbagnale, e tornò nella sua Scordia dove, fondò La Fratelli Ruggieri che operava nel settore del commercio, lavorazione ed esportazione di agrumi.
Lo vedevo svilupparsi come impresa e ne constatavo giorno per giorno il crescente impegno associativo, con l’unico obiettivo di salvaguardare quella che lui chiamava “la nostra Fiat”, e cioè l’esportazione degli agrumi.
Carabiniere nel DNA, come amava definirsi, era già impegnato sul fronte della legalità e con l’omicidio di D’Antrassi segnò definitivamente la linea di demarcazione fra le imprese ed il malaffare nel settore.
Poi, nei primi anni 90 arrivò la crisi e picchiò duro sul settore degli agrumi.
Una crisi non ciclica, come se ne erano vissute tante, ma una strutturale e di sistema.
Occorreva trovare qualcuno che potesse raccogliere una bandiera, ormai lacera ma non sconfitta, quella della ARSECAO, l’associazione regionale siciliana degli esportatori di agrumi, per tentare la ripresa.
Gli esportatori all’unanimità chiamarono Vito Ruggieri alla presidenza regionale.
C’era da tentare il tutto per tutto per tenere a galla le imprese e per salvaguardare, nella sola provincia di Catania, oltre 15.000 posti di lavoro.
Non passava settimana che non andasse, ed io con lui, a Palermo per una martellante azione di lobbing su governo e parlamento regionali.
I risultati arrivarono, non tutti quelli sperati, ma arrivarono.
Con essi purtroppo arrivò anche un’azione vessatoria del INPS che modificando l’inquadramento delle imprese del comparto, le gravò di nuovi insostenibili oneri previdenziali.
Vito Ruggieri, con il supporto del avv. Giuseppe Guerrera Grimaldi e mio, si intestò una class action ante literam e così le imprese bloccarono le cartelle esattoriali dell’INPS per oltre 15 miliardi delle vecchie lire nella sole province di Catania e Siracusa. L’azione ebbe un effetto incredibile: ne parlò tutta la stampa nazionale, le imprese trovarono nuovo coraggio per affrontare la sfida dei mercati e Vito Ruggieri divenne un punto di riferimento per tutti anche fuori Sicilia.
In altre regioni italiane gli chiesero una mano e lui non si tirava mai indietro.
Poi arrivò una nuova crisi, che si aggiunse a quella strutturale, in conseguenza del comportamento delle banche e delle loro pretese di interessi anatocistici.
Una nuova battaglia, ma le imprese erano ormai stanche.
Vito Ruggieri era un leone, capace di trascinare con il suo modo semplice e diretto di comunicare uomini e aziende. Lo ascoltavano tutti ed il suo aspetto da gigante incuteva ulteriore rispetto.
Qualche anno fa chiuse l’azienda ma non il suo cuore, sempre pronto a dare una mano o semplicemente un buon consiglio.
Scriveva il Foscolo “Sol chi non lascia eredità di affetti poca gioia ha dell’urna”.
Vito vai sereno, hai lasciato eredità di affetto in chiunque Ti abbia conosciuto.
Alfio Franco Vinci