Una delle prime regole che si apprendono nelle scuole di giornalismo è che ,mentre cane morde uomo è un evento al quale siamo assuefatti e quindi non fa notizia, un eventuale “ uomo morde cane” la fa, eccome.
Una notizia quindi, per fare scalpore ed incidere sulla coscienza dei lettori e della opinione pubblica, deve contenere una informazione inedita ed inusuale.
E, a proposito di assuefazione, vi sono notizie che certamente ci turbano, ci addolorano, rispetto alle quali arrivano puntuali reprimende presidenziali ed altrettanto puntuali impegni del governo a far sì che non si debbano più ripetere.
Mi riferisco agli incidenti mortali nei luoghi di lavoro;uno ogni otto ore,tre al giorno, calcolando un giorno 24 ore.
Ogni tanto, in questi casi scopriamo che dedicati alle imprese potenzialmente a rischio, in Italia vi è un ispettore del lavoro ogni mille aziende e che quindi la prevenzione sta di fatto a zero e resta ahimè la sola repressione.
Questa lunga premessa per arrivare ad immaginare una operazione verità che prescinda dalla sua nudità, ma anzi ne faccia un punto di forza.
E quale nudità vorrei che venisse svelata?
Quella delle sanzioni penali,civili e patrimoniali inflitte a chi non adempiuto a tutti i propri doveri di datore di lavoro, ed ha fatto sì che ci “scappasse il morto “.
Forse su quanti leggeranno ,tali notizie potranno avere l’effetto di “ uomo morde cane” e rappresentare un deterrente vero,visto che scrupoli, etica e morale spesso soccombono al profitto.
Alfio Franco Vinci