Lunedì, durante un’intervista che Nicola Porro faceva a Bruno Vespa sul caso della ex ministra Trenta, ho appreso che Claudio Scaiola, proprietario di un immobile vista Colosseo, a sua insaputa, è stato assolto dal reato di aver ricevuto un finanziamento illecito, mentre al donatore è stato appioppato quello di corruzione, ormai prescritto.
Chissà perché la notizia appresa mi ha illuminato su alcuni eventi accaduti “all’insaputa” degli interessati. Uno per tutti la scoperta del prof Conte che Vi sono troppe tasse e la accorata richiesta di aiuto ai Deputati per provare a ridurle.
Evidentemente la valanga di oltre 4.500 emendamenti al Decreto “Manovra”, di cui 1.700 ascrivibili ai partiti di maggioranza e 250 allo stesso governo, gli hanno fatto scoprire che qualcuno, a sua insaputa, s’era lasciato andare a una vera e propria abbuffata di nuove tasse sulla pelle degli italiani.
Tasse assolutamente punitive e con l’unica reale motivazione di fare cassa, perché a carico di imprese cui non viene dato il tempo di organizzarsi per aderire alle dichiarate finalità di facciata del governo, di natura ambientalista, la plastic tax; salutista, la sugar tax; classista la car tax.
In tutto questo marasma, mentre si commuove per l’incombente tragedia occupazionale legata al destino della ex Ilva, e ai disastri ambientali figli dell’incuria di tutti i governi, l’avvocato degli italiani pensa di chiamare a raccolta i deputati per ridurre le tasse.
Viene da chiedersi, ma con 4.500 emendamenti ancora da discutere e la legge ancora ferma al Senato, come farà domani il Commissario UE Moscovici a dare il via libera definitivo alla nostra legge di bilancio, se non per tener fede al pactum sceleris sottoscritto con qualcuno di casa nostra?
Come potremo, se è vero che ridurrà le tasse che lui stesso ha inserito in manovra, evitare lo sforamento del deficit e il conseguente rischio di “mancata ottemperanza”, cioè ripartenza della sempre incombente procedura di infrazione?
Ma veramente il prof Conte e i suoi ministri sono convinti di poter continuare con questo andazzo senza alimentare un crescente malcontento, acuito dall’impossibilità di cambiare musica e musicanti.
Ancora una volta mi chiedo: “Quosque tandem abutere patientia nostra?”.
Alfio Franco Vinci