Giovedì 23 gennaio alle ore 17.30 la presentazione all’Hotel Excelsior con un appello alle migliori energie e ai volenterosi che non hanno ancora gettato la spugna
Malgrado tutti e tutto, c’è ancora chi non si rassegna, chi non ha gettato la spugna, chi si alza all’alba e lavora duro, ogni giorno.
A Catania, emblema in scala – per molti aspetti – del nostro Paese, la speranza non è morta.
Numerose, infatti, sono le esperienze positive, tante le prove di creatività, di imprenditorialità diffusa e di impegno sociale che testimoniano, pur in un quadro generale dove le ombre prevalgono sulle luci, che c’è una società che non ha mollato: non solo, ma che crede in quello che fa ogni giorno.
A queste persone, a queste esperienze diffuse, a questa testimonianza di resilienza civica, si rivolge “Azione” di Carlo Calenda, una formazione politica che vuole essere una risposta positiva al declino, secondo taluni, inarrestabile e incontrovertibile del nostro Paese.
Anche a Catania “Catania Metropoli in Azione” fa appello, allora, alle migliori energie della città e della provincia, in nome di un impegno politico e civico che promuova i migliori talenti di ognuno nella propria attività, pubblica o privata che sia.
È un appello fondato su una visione positiva del nostro Paese, troppo spesso oggetto di un’opera di autodenigrazione o peggio di automatico svilimento delle sue migliori forze, oltre che della compressione delle migliori valenze giovanili emergenti.
“Azione” dice allora NO! Dice no alla mancanza di fiducia nel futuro! No alla perdita dell’idea di avvenire! No ad una bassa autostima che castra la speranza.
Insomma, per “Azione” si può, anzi si deve cambiare marcia, registro, passo.
Così come in tutto il nostro Paese, così anche nella nostra città e nella nostra provincia.
Il progetto di “Catania Metropoli in Azione” parte dalla constatazione che Catania e la sua provincia vivono una lunga stagione di stagnazione: da decenni, il territorio vive una condizione di marginalità espressa nell’assenza di significativi investimenti privati. Catania non ha appeal, lo dicono gli indicatori economici, lo dimostra anche la bassa dinamicità sociale di un contesto immobile.
La nostra città è fuori dai grandi circuiti nazionali e internazionali: ce lo dobbiamo dire in faccia, non per piangersi addosso, ma per lavorare per uscire da questa condizione.
Catania è anche una città dove la vivibilità complessiva è compressa in dati generali e numerici inaccettabili da troppo tempo. Anche questo non è frutto del destino “cinico e baro”, ma rappresenta una condizione che si può, si deve modificare in meglio.
Da dove partire? “Azione” indica, come “faro d’azione” non di chiacchiere da salotto, un tema su tutto: una grande stagione di promozione e realizzazione di una rete infrastrutturale in linea con gli standard di un Paese occidentale avanzato. Strade, autostrade, porto, aeroporto: questa la “frontiera” da conquistare. E non a parole. Perché questa è semplicemente la precondizione dello sviluppo economico.
Questo il quadro generale che “Azione” disegna davanti al suo progetto per incidere su un cambiamento possibile. Nello specifico della città, poi, ci preme sottolineare l’emergenza di promuovere uno sviluppo economico che faccia leva sulle migliori e più giovani energie. L’obiettivo dovrà essere quello di rivitalizzare quella parte del centro storico cittadino, da tempo interessato da un processo incipiente di desertificazione economica e sociale, ma non come corpo estraneo al resto di una città che è una metropoli: in questo senso, le periferie non devono essere considerate appendici da recuperare, ma parti integranti di un progetto complessivo di una città diversa, dinamica, senza barriere.
Questo significa una stagione di servizi, di occasioni, di innovazione, che superi la separazione fra centro e periferia, che, ad esempio, faccia di Librino non l’ennesima “incompiuta”, buona solo come serbatoi di voti, ma piuttosto un territorio valorizzato con tante iniziative pubbliche e private, che faccia sentire le migliaia di catanesi che lo abitano parti di un progetto che non vuole escludere, bensì integrare.
“Azione” lavora perché le migliaia di giovani, che da anni abbandonano Catania ed il suo hinterland per andare a lavorare altrove e non tornare più, invece restino per dare il loro meglio, esprimere appieno la propria intelligenza. Non è fantapolitica, semmai è un appello all’autostima, al provarci, al non mollare. Proprio questo lancia “Azione”: una proposta politica che non vuole dare “linee” dall’alto o peggio promettere, ammiccare, affascinare. La proposta che arriva, piuttosto, è quella di farsi avanti, di non delegare più il proprio presente e soprattutto il proprio futuro. Ciascuno nella sua professione, nella sua impresa, nella sua arte non resti più ad aspettare o peggio a vivere in un presente sempre uguale a sé stesso.
“Azione” vuole essere partecipazione e progettazione, un’esperienza laica di ispirazione liberalsocialista, che non cerca spazi secondo vecchie logiche, ma piuttosto vuole aggregare persone capaci, ciascuno per la sua parte, per essere protagonisti.