Piermaria Capuana, presidente della Consulta studentesca della provincia di Catania, reclama risposte, certezze e fatti concreti in vista dell’imminente apertura della scuola
CATANIA – Mascherine, banchi e trasporti pubblici prima campanella il 14 settembre, eppure nonostante al ritorno sui banchi manchino poco più di due settimane, il dibattito tra Governo e Regioni è ancora infuocato e lontano da una vera e propria fumata bianca. Ed è su questa preoccupante situazione che interviene Piermaria Capuana, presidente della Consulta provinciale studentesca: “Siamo ben lontani dalla reale riapertura, ho ascoltato i rappresentanti degli studenti di tutta la provincia di Catania e non sappiamo in che modo verrà garantito il nostro diritto alla salute e allo studio. La classe politica è completamente sorda. La Ministra Lucia Azzolina non si rende conto che abbiamo bisogno di risposte, certezze e fatti concreti.
Manca la comunicazione con studenti e famiglie e nonostante siamo i veri protagonisti del sistema scolastico, nessuno ci ascolta.
“I Dirigenti scolastici, con tanto impegno e sacrificio, stanno cercando di analizzare le migliori modalità organizzative per la riapertura, ma ad oggi ci fanno sapere di non avere avuto fondi, risposte, banchi , ma solo monitoraggi inconclusivi perché richiedono loro dati che non hanno per le prime classi. Per non parlare degli assistenti igienico-sanitari per alunni con gravi disabilità, cassati e sostituiti con collaboratori scolastici ancora da formare. Le scuole si sono dovute adattare con i loro fondi, e i Dirigenti scolastici sostengono che la Città metropolitana di Catania è stata del tutto inadeguata. Per non parlare dei medici competenti delle varie scuole, che devono lavorare tra confusione e un protocollo di sorveglianza sanitaria da gestire nel quotidiano a totale carico del dirigente, che sarà di fatto referente Covid.
“Come Presidente della Consulta provinciale studentesca – sottolinea ancora Piermaria Capuana – ritengo tutto questo inaccettabile ecco perché ho chiesto ufficialmente – durante un coordinamento regionale con gli altri presidenti – che venga immediatamente realizzato un tavolo permanente con le istituzioni, dove si possa avere un confronto costruttivo per arrivare in fretta a dei risultati che già ci aspettavamo di avere. Ma la realtà è un’altra storia…”.