Bisogna dare atto al Governo che, in materia di misure di prevenzione che lo riguardano, è imbattibile a livello planetario. Andiamo con ordine, certo di dimenticare molti passaggi:
31 Gennaio: decretazione dello stato di emergenza (fattispecie non presente nel nostro ordinamento) e contestuale avvio di tutte le possibili misure di prevenzione per i palazzi del Governo, da CHIGI in giù, e acquisti di dispositivi di protezione individuale per tutti gli occupanti e relativi familiari, congiunti, affini, conviventi e affettivamente legati.
Fine Febbraio, di quanto sta accadendo nel Paese, poi rivelatosi il più contagiato d’Europa, viene finalmente informata la popolazione;
Inizi marzo: fra conferme, allarmi, smentite e indecenti scarica barile fra governo, regioni, piccoli ospedali di provincia e Comuni, si arriva ad ammettere che la situazione è grave. Si attivano, quindi, lockdown, mascherine, guanti, disinfettanti, zone rosse, blocco dei licenziamenti, cassa integrazione anche per i redditi di cittadinanza e per gli immigrati, anche se in itinere.
Aprile. Da incubo: numeri da bollettino di guerra ed errori che si fanno sempre più evidenti, tant’è che nell’ennesimo DPCM – figlio di una decretata emergenza inesistente nella nostra legislazione – denominato “SALVA ITALIA”, salvataggio a suon di soldi inesistenti e promesse non mantenibili, una manina pensa bene di salvare a costo zero, il fondo schiena di tutti i decisori politici, introducendo l’impunità.
Maggio: inseguiti dalla furia della gente per le promesse non mantenute, dal grido di dolore delle imprese, che con il nuovo Presidente di Confindustria, hanno ritrovato forza e dignità, si incomincia a dire che “il peggio è passato”, “fra qualche settimana allenteremo la stretta”, e così… si tira a campare.
Giugno: complice il caldo, si incomincia a non fare più controlli; a bacchettare chiunque osi mostrarsi preoccupato e a minacciare apertamente i Presidenti di Regione che vorrebbero avvalersi dei propri diritti/doveri in materia di salute.
Da luglio a ferragosto sembra il festival del “non è successo niente”, fin quando qualcuno non si ricorda che l’inizio dell’anno scolastico è alle porte. E infatti, a ferragosto, viene fissata la data – il 14 Settembre – senza alcuna logica e senza alcun dialogo con le Regioni e con le istituzioni scolastiche.
Inizia il valzer dei banchi con le ruote e, soprattutto, ricominciano le misure di prevenzione PER IL GOVERNO.
Parte subito il convoglio dello scarica barile:
Un bambino malato non fa scattare la quarantena
La quarantena sarà di soli 7 giorni
La responsabilità di mandare a scuola i figli viene scaricata sulle famiglie, che dovranno misurare la temperatura e quant’altro.
14 Settembre: nonostante le “veline” passate dal “minculpop” l’inizio dell’anno scolastico è una vera e propria Caporetto. Regioni abbandonate a se stesse. In Sicilia apre il 25% delle scuole e arrivano solo 100 banchi.
18 Settembre (Oggi): doccia fredda! L’OMS conferma la quarantena di 14 giorni e il TAR conferma che il controllo della temperatura compete alle scuole.
Temo che fino al 22 settembre non sarà possibile sapere quante scuole sono già chiuse, quanti sono gli alunni ammalati e che destino ci aspetta realmente. E ciò perché se si scoprisse che “il Re è nudo” la Gente potrebbe incominciare a farsi sentire, e per il Palazzo non ci sarebbero protezioni che tengono.
Ma forse è solo il sogno di una notte di fine estate.
Alfio Franco Vinci