L’ho scritto circa sette mesi fa:quando, per effetto di un evidente condizionamento subliminale invece che di decessi si parla di vittime, “qualcosa non va”.
Nel linguaggio comune si è vittima di qualcosa di violento o imprevedibile, come un terremoto, un incidente stradale, di un conflitto a fuoco, ma non di un malanno di cui, già il 31 gennaio, e vieppiù nel mese di agosto, era prevedibile la gravità e la vastità, se non altro per presa visione di quanto accadeva in Cina.
Eppure ci risiamo. Gli interventi sui trasporti si sono limitati ai monopattini elettrici;
I ranghi della sanità sono tornati allo statu quo ante;
Le scuole si sono dovute riaprire per la testardaggine di una ministra, cui dovranno assegnare il Nobel del negazionismo. E infine, l’ho appreso solo oggi, i nostri centri di ricerca che, in collaborazione con l’università di Toronto, sono riusciti a isolare gli anticorpi con cui è stato curato Trump, non hanno avuto alcun finanziamento pubblico, mentre in campo di ricerca e innovazione, tutti gli sforzi economici statali si sono concentrati sui banchi monoposto con le ruote.
Per decidere l’inevitabile viene riunito:
Prima il Governo
Poi i partiti della maggioranza
Quindi il comitato tecnico scientifico
Di nuovo il Governo
Di nuovo i partiti della maggioranza
Infine la conferenza Stato Regioni e, quindi?
Domani è un altro giorno.
I morti nel frattempo saranno cresciuti ancora. La cifra dei positivi sarà schizzata verso vette inimmaginabili e gli italiani terrorizzati vorrebbero la peggiore delle certezze invece di questa ondivaga indecisione.
Ma torniamo a vittime e decessi: se questa incapacità di gestione della crisi ha provocato vittime oltre che decessi vuol dire che ci sono dei colpevoli. Vanno individuati e perseguiti senza tener conto di scudi penali che si sono illecitamente auto attribuiti.
La misura è stracolma.
Alfio Franco Vinci