Non c’è il minimo dubbio 2020, “caro” non lo useremo neanche come artefatta forma di cortesia e, del resto, l’unica accezione in cui si potrebbe declinare questo aggettivo riferendoci ai dodici mesi appena trascorsi è quella di eccessivamente dispendioso. Infatti ci sei costato tantissimo, non solo in perdita di denaro, economia, lavoro, introiti, pil ma anche e soprattutto in termini di vite, serenità, socialità, tranquillità. Hai ribaltato il significato di positivo e negativo degradandoli rispettivamente a paura e sospiri di sollievo.
Non sentiremo la tua mancanza maledetto anno bisesto che hai voluto, a tutti i costi, dimostrare che potevi essere anche nefasto. In questo sì che sei riuscito a compiere il tuo obiettivo: distruggere quel minimo fondamentale su cui basavamo le nostre certezze: in un battito di virus abbiamo dovuto comprendere che l’unico modo che avevamo di aver cura dei nostri cari e dei nostri affetti era quello di tenerli lontani. Unico modo per proteggerli da noi stessi e per proteggerci da chiunque.
Sei stato subdolo, stronzo e pure codardo. Non ti è bastato relegarci in un limbo senza tempo, ci ha rubato i nostri cari senza concederci neanche uno sguardo o una carezza che potesse testimoniare che quella vita non era stata priva di affetti e regalasse, a chi restava, la compassione di esserci. Ci hai negato l’umanità di un pianto, di un sorriso, di quell’ultimo abbraccio che accompagna, chi parte, a traghettar con Caronte col cuore satollo di affetti.
Come potremmo mai ricordarti bene, 2020? Non ti dimenticheremo, questo è certo, ma ti malediremo in ogni sillaba e in ogni lacrima che ci tornerà alla mente tra un giorno, un mese, un anno o mille decenni. A te che coscienza hai dimostrato di non averne, ti porterai sulla coscienza oltre 70mila morti italiani e un milione e mezzo in tutto il mondo. Sarai ricordato per questo nei libri della scuola che verrà e che non sarà più in DAD. Ti accuseremo per ciò che ci hai tolto e per quello di cui ci hai resi consapevoli perché mai come oggi, pensare che tutto il mondo è paese si è rivelato il proverbio più azzeccato. Non ci sono stati paesi migliori nella capacità di gestire questa pandemia, ma solo governi che hanno subito – chi più chi poco meno – questa catastrofe con assoluta incapacità e con le stesse identiche armi con cui, nei secoli, i nostri avi hanno contrastato la peste o la spagnola. Secoli di ricerca ed esperienza non sono stati sufficienti a garantirci il meglio per la nostra salute né a farci trovare preparati. In questo caso, però, non siamo assolutamente certi che la colpa sia tua, 2020, o di chi ha nelle mani le redini della medicina mondiale e che ci impone, da mesi, di curare i positivi con la tachipirina e ben poco di più. Ma se anche non fosse tua questa colpa, poco importa e poco toglie alle tue nefande responsabilità. Da ora in poi ci affideremo a un altro anno e alla speranza di un vaccino efficace. E in quanto a te, ti liquideremo come meriti con un grandioso sonoro e festante VAFFANCULO 2020!
Monica Adorno