È di sabato la notizia che l’Autorità garante della privacy si stia opponendo alla green card (il lasciapassare sanitario per il Covid-19), perché violerebbe chissà quali oscuri meandri di riservatezza. Credo sarebbe il momento di istituire una Autorità anti-scempiaggini.
È del giorno prima la notizia che uno dei pochissimi medici di famiglia che ha aderito alla campagna vaccinale (gli altri “tengono famiglia”), ha proposto, per quei colleghi che non aderiranno, la revoca della convenzione con il Servizio sanitario regionale o, in alternativa, una decurtazione del 30% del compenso mensile. Pare che gli verrà assegnata una scorta.
Sempre sabato mattina ho ricevuto una telefonata di un illustre medico, ormai in pensione, che mi ricordava come negli ’70 -per non si ha memoria dell’emergenza esatta – tutti i medici vennero precettati dal Prefetto del tempo (forse Carrubba), e, di fronte alla prospettiva di una denuncia penale, si misero al lavoro senza battere ciglio. La legge è ancora vigente e non risale al ventennio, ma al buon senso civico.
Da giovedì scorso, ma anche da molto prima, circola sui social la notizia secondo cui, a parere di medici non meglio identificati, il vaccino può far venire il cancro, con buona pace del reato di procurato allarme.
Poi. È di alcuni giorni fa la notizia, sempre circolata sui social, secondo cui si starebbero vaccinando gli over 60 per decimarli e risparmiare sulle pensioni, con buona pace del reato di diffusione di notizie false.
Infine. È ormai quasi vintage la notizia secondo cui, gli effetti nefasti della vaccinazione possono manifestarsi anche a distanza di molto tempo; quindi meglio essere gli ultimi per vedere cosa succede agli altri.
Fatte queste poche premesse, che spero chiariscano a tutti che, ancor più grave del Covid, è il dilagante diffondersi del cretinismo (è senza dubbio una patologia) che, a differenza del Covid non è democratico e non colpisce indistintamente, ma individua i soggetti predisposti a bersi qualsiasi menzogna che serva a camuffare la loro vigliaccheria, e poi penetra, non nei polmoni come il Covid, ma direttamente nel cervello, lasciando intatta la facoltà di parlare, contribuendo con ciò alla diffusione dei no-vax, che in realtà sono dei “no brain”; cioè senza cervello, occorre leggere le dichiarazioni del prof Sironi, docente di Storia della medicina presso l’università Bicocca di Milano, che ci ricorda che quando 123 anni fa partì la Spagnola, in tre anni, i morti furono 100.000 (centomila), ma non c’erano i media, e non dovevano fare audience.
La vaccinazione, azione medica allora ai primordi, fu effettuata sui soldati americani ancora al fronte della prima guerra mondiale, e in qualche modo funzionò.
Se quelle pochissime vaccinazioni abbiano prodotto effetti nocivi anche a distanza di tempo non è dato sapere.
Tornando ad oggi, pare che dove la vaccinazione ha superato il 70% della popolazione, (Israele e non solo) siano tornati a vivere.
Sugli effetti a lunga scadenza, ancora è presto per individuare i nefasti effetti.
Al riguardo mi sovviene però che mio nonno materno, classe 1900, mi raccontava che nel 1919, in piena pandemia, viveva a San Benedetto del Tronto, e riuscì a procurarsi una dose del vaccino avanzato ai soldati americani e se la iniettò.
Sopravvisse alla Spagnola, ma, nel 1996, 73 anni dopo, all’età di 96 anni, morì di trombosi.
Si chiederebbero i no-vax – no-brain? – effetto del vaccino?
Così è se vi pare.
Alfio Franco Vinci