Una serata all’insegna della buona musica d’autore, ci è stata regalata dal Comune di Gravina di Catania che ha ospitato, in piazza della Libertà, uno dei più bravi interpreti della musica italiana: Michele Zarrillo. In apertura di serata, il sindaco Massimiliano Giammusso e l’assessore allo Spettacolo e al Turismo, Franco Marcantonio, hanno presentato il cartellone che vedrà Gravina, cornice di svariati eventi.
“Aver scelto di far esibire Zarrillo in una piazza transennata non è stato facile -ha spiegato Marcantonio- ma ha permesso a moltissimi cittadini e turisti di seguire il concerto dalle vie che convergono sulla piazza. Se avessimo scelto l’anfiteatro solo in pochissimi avrebbero potuto ascoltare le note di questo fantastico artista”. La serata è iniziata con un omaggio alla grande ed indimenticabile Mia Martini, con una band al completo che ha intonato i successi intramontabili della cantante calabrese, capitanata dal noto chitarrista Edoardo Musumeci, componente anche del gruppo “Tinturia”».
Il concerto è entrato nel vivo alle 23 con l’entrata in scena di Zarrillo il quale, accompagnato dal chitarrista Roberto Guarino ha esordito con “L’elefante e la farfalla”, uno dei brani più belli dell’artista romano. È iniziata così una serata resa intima grazie alla voce magica del cantante romano, all’acustica perfetta e all’essenziale suono degli strumenti. Da lì in poi è stato un susseguirsi di melodie di successo più o meno recenti. Da “ragazza d’argento” a “Su quel pianeta Libero”, da “L’acrobata” a “Il sopravvento”, dialogando con il pubblico e deliziando con degli assoli di chitarra degni di Eric Clapton. Non poteva mancare nella scaletta “Una rosa blu”, croce e delizia della sua carriera che è stata superbamente intonata.
Si percepiva con chiarezza che il pubblico desiderasse che il concerto non finisse e chiunque avrebbe fatto di tutto per spostare il momento del bis almeno di un’ora. Prova ne sono state le continue richieste di brani da parte del pubblico e, lui, Zarrillo, divertito, prova ad improvvisare qualche accordo malgrado la memoria non l’accompagnasse. Ma la magia era ancora lì, tra il pubblico, sul palco, tra le note dolcissime di brani stupendi, che hanno fatto la storia della musica italiana, che fanno persino credere che la pandemia sia lontana anni luce. Ma la realtà era lì, ad un passo da noi, e se qualcuno lo dimenticava un po’ di più, gli uomini della Protezione Civile monitoravano la situazione per invitare le mascherine cadenti a riprendere il loro posto sul naso.
Le note della famosissima canzone “Cinque giorni” interrompono la magia e fanno capire che il capolinea è arrivato. Poi Zarrillo si alza, bacia virtualmente tutti e lascia il palco. È mezzanotte ma sembrano appena le 22 e la sensazione più bella è quella di essere riusciti a lasciare oltre le transenne paure, ricordi e momenti di sconforto. Questo è il potere della musica: azzerare la negatività per un’ora, una sera, una notte intera. E per quell’ora abbiamo sognato, cantato, ci siamo lasciati cullare dalle emozioni e siamo stati vicini a respirare la stessa felicità ma a un metro di distanza.
Angela Platania