Catania – Appena pochi giorni fa, animata dal sacro furore della propaganda, la segreteria provinciale di Assostampa Catania ha reso visita anche al procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro. Tanti discorsi sulle esigenze della stampa, sulla necessità di informare correttamente i cittadini, sulla opportunità di svelare quello che succede in una città che un recente sondaggio ha definito la più pericolosa d’Italia. Certo, è stato pure aggiunto che le indagini non devono essere compromesse dalla corsa alla notizia. Ma, chiede FareSindacatoCatania, come si fa ad accettare che una vittima di femminicidio possa essere “nascosta” per 24 ore? Come si fa a tacere di un fatto di sangue che proprio a San Cristoforo, epicentro delle indagini, era noto ai più? È accaduto solo oggi o chissà quante altre volte? Ed è accaduto “solo” per i morti ammazzati o anche per altre questioni appena meno gravi? Lo chiediamo alla segreteria di Assostampa Catania e a chi è in grado di dare delle risposte. Convincenti, magari. Perché non può funzionare ancora a lungo il meccanismo della polvere da nascondere sotto il tappeto o dei comunicati stampa lacunosi che lasciano mille domande nei cronisti e in chi legge.