Il convegno dell’AISC a Taormina ha offerto molti spunti di confronto tra pazienti e specialisti sugli aggiornamenti scientifici e sulle prospettive del territorio
Taormina. Il sistema sanitario diventa più efficiente per chi soffre di scompenso cardiaco se si combina medicina del territorio e telemedicina. E in Italia l’associazionismo dei pazienti, affiancato costantemente dai medici, sta già facendo la differenza spostandosi verso queste due direzioni.
C’era il pienone di pazienti alla tavola rotonda di Taormina su prevenzione, telemedicina e salute del territorio, tenutasi nei giorni scorsi sul tema: “Lo scompenso cardiaco visto dai pazienti: verso una migliore assistenza territoriale” e organizzata dall’Aisc, l’associazione italiana di pazienti scompensati cardiaci. Il convegno nazionale è stato realizzato con il patrocinio dell’Istituto superiore di Sanità, della Regione Siciliana, dell’Asp Roma 2 e Latina, dell’Ordine dei Medici di Catania, degli atenei di Palermo, Catania e Messina, di altre onlus e realtà associative, con il contributo non condizionante di Novartis, Boston Scientific e Roche.
Al convegno nazionale erano presenti rappresentanti delle istituzioni (tra loro il presidente della Regione uscente, Nello Musumeci e il sindaco di Taormina, Mauro Bolognari), specialisti, accademici, clinici e un esercito di pazienti e caregiver interessati non solo agli aggiornamenti scientifici ma anche alle prospettive del territorio. Presente ai lavori la vice presidente nazionale dell’AISC, Rossana Bordoni.
La scommessa dei pazienti con scompenso cardiaco è molto impegnativa ed è racchiusa nel cosiddetto “Paradosso dello Scompenso”, quando cioè a fronte di interessanti miglioramenti delle singole condizioni cardiache (cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa, cardiopatie valvolari e congenite etc..) lo scompenso cardiaco continua ad avere la meglio.
I numeri divulgati durante il convegno parlano chiaro: lo scompenso è circa tre volte più frequente dell’infarto sebbene i media ne parlino meno frequentemente, è al 3° posto della classifica del numero dei ricoveri e al 1° posto per giorni di degenza. È purtroppo la prima causa di morte tra gli ultra 65 enni. Ma la svolta potrebbe arrivare dalla combinazione tra le nuove Linee Guida di cardiologia, l’introduzione di nuovi farmaci e innovativi devices in grado di assicurare i servizi di telemedicina.
“Stiamo valutando insieme ai pazienti la necessità di migliorare la sanità sul territorio – spiega Salvatore Di Somma, direttore del Comitato Scientifico dell’AISC, professore di Medicina Interna, direttore di Medicina Emergenza-Urgenza, Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche e di Medicina Traslazionale, Università La Sapienza di Roma -. Si tratta di un’esigenza comune non solo in Sicilia, ma in Italia e nel mondo. Bisogna iniziare a usare la telemedicina che abbiamo capito essere fondamentale durante la fase più acuta del Covid, anche per la gestione della cronicità. In merito allo scompenso cardiaco, anche le linee guida di cardiologia sottolineano l’importanza del tele monitoraggio a casa. Attraverso l’esperienza di Aisc siamo in grado di confermare che se diamo al paziente la capacità di gestire alcune informazioni tramite il suo smartphone e di inserire ogni giorno i dati sulla pressione arteriosa, la frequenza e il peso, si potrà ottenere una centrale infermieristica che, sebbene a distanza, è in grado di controllare questi dati. Scatterà dunque il contatto con il medico di medicina generale o il cardiologo, e saranno prese delle decisioni. In molti casi si è potuti intervenire con correzioni terapeutiche ed eventuali decisioni di ricovero. Si tratta di un beneficio non solo clinico ma anche psicologico; i pazienti che abbiamo intervistato hanno detto: mi sono sentito meglio perché so di essere seguito dal sistema sanitario”.
E aggiunge Maria Rosaria Di Somma, consigliera e responsabile Relazioni esterne AISC: “Prima di AISC non c’era un’associazione che desse voce ai pazienti con scompenso cardiaco. Abbiamo iniziato il nostro cammino con 10 pazienti che oggi sono diventati seimila. Il primo obiettivo dell’associazione è ascoltarli, ma non dimentichiamo mai la figura del caregiver. Per noi si tratta di un binomio inscindibile”.
Esistono già delle raccomandazioni ufficiali-attraverso il PNRR e il DM 77- che puntano ad accelerare questo processo per renderlo efficace. È adesso necessario un impegno politico, istituzionale e associazionistico per realizzare progettualità sperimentali nei territori. Anche le farmacie dovranno avere un ruolo centrale nel sistema territoriale; AISC ha avviato un tour nazionale con un proprio camper per la conoscenza e la prevenzione dello scompenso. che viaggia attraverso i territori intercettando decine di ambulatori e farmacie.