Mi ero imposto, vista anche l’età che avanza, di lasciare i panni di Catone il censore (la più elegante delle etichette appioppatemi), e provare a scrivere solo di cose amene.
Purtroppo, ancora una volta, i buoni propositi restano tali e l’antica voglia di denunciare le storture prevale su tutto.
Sono convinto che i due episodi su cui si è concentrata la mia attenzione, non integrino reati o violazione di leggi, epperò, tanto per non smentirmi ricorro al latino, “est modus in rebus”.
La presenza del Professor Conte a Cortina d’Ampezzo, se pure può aver stimolato i cronisti di gossip, che sono onnipresenti nell’Italico vippaio invernale, certamente non è giovata alla sua immagine né a quella del movimento che dice di rappresentare.
Andare a passare le vacanze invernali a Cortina ci può stare, come per molti altri politici, ma non nell’hotel 5 stelle più ambito della località Ampezzana.
Non credo che nella scelta della categoria dell’albergo abbia svolto un ruolo il numero di stelle attribuito (5), quanto piuttosto la connaturata predisposizione alla spocchia e all’esibizionismo, così come per i curricula agli estrogeni presentati prima della nomina a Presidente del Consiglio.
Il professor Conte dovrebbe riflettere sulla circostanza che, nel giro di poche ore, lo ha visto dismettere i panni della prefica, che si straccia le vesti, si strappa i capelli, e piange fino allo sfinimento per quanti a luglio dovranno mettersi a lavorare per raggiunta fine-corsa del reddito di cittadinanza e per i 5 milioni di italiani ormai in povertà.
Certo che il numero 5 è diventata la cifra della sua vita (il movimento, l’albergo, i poveri) peccato che, scolasticamente parlando, sia anche il numero della insufficienza.
Il prof Conte non ha violato alcuna legge, se non quella del buon senso, del buon gusto e della opportunità. Ed è difficile continuare a credere alle sue prediche.
Il secondo episodio è di tutt’altra natura e riguarda le polemiche che vedono al centro l’attuale governo regionale per una serie di spese per manifestazioni, programmate dal governo precedente, che dovrebbero pubblicizzare la Sicilia al festival del cinema di Cannes. Anche in questo caso, chiarito il percorso dei soldi che arrivano a Cannes via Lussemburgo, e l’aumento di dotazione del 50% – da 2,2 a 3,7milioni di euro – disposto dalla (precedente) Regione Siciliana non ci sarebbe nulla da obiettare al di là dell’opportunità della situazione in diversi aspetti declinata (societari, economici e altro). C’è chi si chiede se e quanto sia possibile tenere le ambulanze ferme mentre si pianifica Cannes mentre il presidente, quello attuale, indaga.
Alfio Franco Vinci