Catania – Qual è e come potrebbe essere il futuro della mobilità a Catania se lo sono chiesto i partecipanti della Giornata di studio, dal titolo “Un futuro metropolitano”, che si è svolta al Cortile Platamone ed è stata promossa da AMTS e Agens (Agenzia Confederale dei Trasporti e Servizi). Un incontro importante durante il quale è emerso un fatto, su tutti, che merita di essere sottolineato: occorre sinergia tra enti e aziende. Nulla di nuovo si potrebbe dire, ma la vera svolta potrebbe essere quella di passare dalle parole ai fatti. Pianificare da soli il futuro della mobilità è un sistema stantio e abbandonato praticamente ovunque e Catania non può permettersi di continuare su questa strada.
Ne abbiamo parlato con due protagonisti dell’incontro, Giacomo Bellavia (foto in alto) amministratore unico di AMTS, e Arrigo Giana, Presidente AGENS e Amministratore Delegato ATM Milano.
“L’idea che vorremmo mettere in pratica con questo incontro – spiega Bellavia – è quella di mettere insieme gli operatori più importanti d’Italia che gestiscono i loro servizi con questa modalità, cioè una forte integrazione di tutti i servizi metropolitani di tipo urbano. Hanno i tram, la metropolitana, i bus. Il tema quindi è quello di mettere insieme tecnici e operatori per dare idee e soluzioni organizzate con numeri, dati, analisi, comparazioni con quello che accade nelle altre regioni d’Italia per creare una mobilità integrata. Al contrario di ciò che avviene a Catania in cui ciascuno gestisce la propria azienda… trenitalia fa quello che vuole…”.
Catania come si posiziona rispetto alle altre città?
Catania è un unicum negativo, proprio perché ciascuno agisce per sé. Abbiamo fatto delle forme di integrazione ma sono insufficienti. Le soluzioni di governance possibili sono tante ma certo non si può andare in ordine sparso.
Per le feste di Sant’Agata avete fatto un accordo?
No. FCE ha fatto la sua iniziativa senza consultare nessuno né il Comune né AMTS. Abbiamo fatto buone pratiche di convenzione sia con FCE sia con l’Università ma sono davvero poca cosa, su azioni spot.
Come siete potuti cadere sulla revisione dei veicoli?
Ci sono state delle inefficienze nei reparti tecnici che sono in fase di verifica e che verranno assolutamente sanzionati. Io ho fatto subito delle azioni per cercare di porre rimedio, ma la situazione è quella che è.
Nei giorni della festa verrà garantito anche il servizio notturno, giusto?
Sì esatto, BRT e autobus verranno garantiti il 4 e il 5 per consentire ai fedeli di poter tornare a casa. Ma il problema delle revisioni dei mezzi non incide su questo quanto sulle corse degli orari di punta mattutini anche se abbiamo mantenuto stabilità nei servizi più frequentati come il BRT. Qualche linea con meno affluenza sta avendo un po’ di difficoltà. La dimenticanza è grave.
I normali automobilisti ricevono una lettera quando la revisione sta per scadere, non è lo stesso anche per le aziende?
Abbiamo avviato le indagini, mi è già arrivata la relazione e sono già partite le contestazioni disciplinari. Non è una cosa che possiamo sottacere.
La visione di Giana
Se Bellavia è concreto nelle sue risposte, la visione di Giana guarda avanti e lo fa grazie all’esperienza maturata nella realtà di cui si occupa da anni e da più di sei dedicati quasi totalmente al parco autobus elettrici per l’AMAT.
Avendo la possibilità di guardare dal di fuori, come vede Catania e come ne migliorerebbe i trasporti?
Catania sconta dei problemi strutturali che sono tipici delle città metropolitane: mancata integrazione delle reti, segmentazione di poteri e la mancanza di un regolatore unico. Il fatto che ci siano servizi che dipendono dal ministero, altri che dipendono dalla regione, altri che sono locali ma che non vanno oltre i confini amministrativi del Comune di Catania quando sappiamo bene che la città e il suo hinterland è un unicum. Sarebbe necessario che almeno sui trasporti, ma io penso che sarebbe utile su tutta l’attività amministrativa, che la città metropolitana fosse UN organismo, avesse UN sistema di regolazione, avesse UN ente che decida, nel bene o nel male, una strategia e pianifichi una rete in maniera unitaria. Non possiamo pensare – ma questo vale anche a Milano – che ci siano delle logiche di trasporto che si fermino paradossalmente solo a uno dei due marciapiedi di una strada che segna un confine amministrativo e non di vita.
Sarebbe necessario, quindi, che le città metropolitane fossero degli organismi amministrativi locali unici – continua Giana – con competenze anche sui trasporti. Io sono molto critico sul fatto che le città metropolitane debbano demandare alcune competenze alle regioni, per come la vedo io sono più rilevanti delle regioni. Quelle grandi dovrebbero avere dignità di regione. I comuni diventerebbero degli organi di secondo livello e con una dignità tale e per cui la città metropolitana di Catania avrebbe come riferimento direttamente il governo. Il risultato – conclude Giana – dovrebbe essere servizi più efficienti e cittadini e amministratori più contenti.
Che poi è quello che vorremmo tutti.
Monica Adorno