È con un bollino rosso che i correntisti bancari saranno segnalati all’Agenzia delle Entrate. La segnalazione sarà effettuata dagli intermediari finanziari.
Questa è una delle novità previste dal Common Reporting Standard (CRS), l’accordo OCSE al quale aderiranno entro il 2018 circa 90 Paesi, che entrerà in vigore nel biennio 2016-2017 e che metterà anche fine al segreto bancario.
L’apposizione del bollino rosso è espressione della responsabilità che viene attribuita agli intermediari finanziari di valutare la qualità del correntista così da fornire una prima indicazione all’Amministrazione Finanziaria su come orientare eventuali controlli fiscali.
Gli intermediari finanziari avranno anche l’obbligo di trasmettere alle autorità fiscali nazionali tutte le informazioni relative ai saldi di conto, contro-valori di vendita delle attività finanziarie, interessi, dividendi e tutti i dati dell’investitore per tutti i rapporti in essere prima e dopo il 31 dicembre 2015.
L’obiettivo è di contrastare l’evasione fiscale transfrontaliera e di migliorare l’efficienza della riscossione delle imposte.
Più in dettaglio il Consiglio dei ministri delle finanze dell’Unione Europea (Ecofin) ha stabilito un nuovo standard globale, elaborato dall’OCSE e approvato dal G20 lo scorso 21 settembre, per lo scambio automatico di informazioni in ambito comunitario.
La direttiva europea sulla cooperazione amministrativa in materia di fiscalità diretta (2011/16/UE) viene rivista ed estende il suo campo di applicazione allo scambio automatico di informazioni tra amministrazioni fiscali.
Le Amministrazioni Tributarie dei 28 Paesi dell’Unione potranno quindi scambiarsi automaticamente le informazioni sulle attività finanziarie detenute dai cittadini di uno Stato Membro presso le istituzioni finanziarie degli altri Paesi appartenenti all’UE. Lo scambio automatico di informazioni diventerà operativo a decorrere dal 2017, tranne che per l’Austria che ha chiesto un periodo di transizione supplementare per un massimo di un anno. Si stima che l’iniziativa possa fruttare ben 2,5 miliardi di euro di gettito annuo nel mercato continentale.
L’Unione Europea ha preso come riferimento, in questa operazione di trasparenza fiscale internazionale il modello statunitense: “FACTA” Foreign Account Tax Compliance Act.