Domani, venerdì 13 febbraio alle 11.30, al Museo Belliniano, si potrà vedere – e toccare – la “nuova maschera” di Vincenzo Bellini. I catanesi potranno rivedere e vedere ancora meglio le fattezze del loro “Cigno”.
Lo studio sulla maschera mortuaria del Bellini è stato condotto dalla Cattedra di Disegno Tecnico Industriale del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Catania. Alla presentazione saranno presenti il rettore Giacomo Pignataro, l’assessore alla Cultura Orazio Licandro, il professore Massimo Oliveri ordinario di Disegno Tecnico Industriale e il musicologo Antonio Marcellino musicologo.
Specificamente, è stato realizzato il modello virtuale della maschera mortuaria mediante l’applicazione delle tecniche di Reverse Engineernig. Ciò ha consentito di creare un prototipo fisico della maschera, identico al modello originale, ottenuto con tecniche di Rapid Prototyping.
Le operazioni di rilievo hanno avuto luogo nell’ambiente museale dove il reperto è esposto. A tale scopo è stato impiegato il laser scanner Desktop 3D, prodotto dalla NextEngine, particolarmente versatile per l’acquisizione, senza contatto, della geometria di oggetti di piccolo formato.
Il settaggio del sensore è stato effettuato in considerazione sia della finitura superficiale dell’opera, sia dei fattori ambientali dello spazio espositivo, quali le dimensioni costrette dell’area di lavoro e la relativa illuminazione artificiale di scarsa intensità.
Ed ancora, constatata la impossibilità di movimentare il reperto per il relativo stato di degrado, sono state effettuate due sessioni di ripresa in cui il sensore è stato collocato in cinque punti diversi di stazionamento. Le 15 acquisizione, così effettuate, hanno garantito il più vasto campionamento possibile della superficie con un risultato pari al 98%. I dati acquisiti sono stati salvati con estensione .WRL per un complessivo volume di 1,25 GB.
La fase di post-processing è stata effettuata presso il laboratorio di Modellazione Geometrica del D.I.I.
Questa procedura è stata caratterizzata dall’analisi dei dati ottenuti, tramite il software RapidForm della Inus Tecnology. Pertanto, è stato possibile allineare e ricomporre in una rappresentazione globale le nuvole di punti metrici ottenute da 5 shells.
Tramite le operazioni di data mergin e di data reduction le scansioni sono state registrate in un unico modello 3D, filtrato a 984970 poligoni. In questa fase sono stati eliminati gli autlier (errori isolati) che, sia pure riscontrati in scarsa misura, sono stati generati dalla elevata ridondanza delle zone di sovrapposizione. Le superfici non campionate di piccola estensione sono state ricostruite con procedure automatiche.
Il modello virtuale della maschera, esitato in formato .stl, è stato convertito in un codice di stampa in grado di assicurare il miglior grado di qualità alla relativa riproduzione. La riproduzione è stata effettuata in ABS con una stampante 3D Dimension SST 1200 della società americana STRATASYS.
Il modello, così ottenuto, ha mantenuto pedissequamente tutte le caratteristiche morfologiche e dimensionali della relativa maschera originale.
La maschera, realizzata in materiale termoplastico e progettata per l’acquisizione tattile degli ipovedenti, sarà collocata nel Museo Belliniano accanto a quella originale realizzata a Parigi nel 1835.