La Fondazione Sant’Orsola, che da molti anni ormai gestisce la scuola omonima a Catania, si è fatta promotrice di un interessante approfondimento sull’emergenza “educazione”, e sul tema della scuola pubblica, intendendo per pubblica anche la scuola paritaria, riconosciuta pubblica dalla cosiddetta legge Berlinguer. Presso il teatro dell’Istituto Sant’Orsola, numerosi rappresentanti del “mondo scuola”, famiglie, studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, imprenditori, hanno voluto capire di più su questo dedalo di norme, regole, disuguaglianze del sistema scolastico in Italia, il quale, se paragonato con le best practices di altri paesi appare statico e fissato su modelli decisamente sordi all’innovazione.
Ne hanno discusso il professore Claudio Marcellino, docente di Storia e Filosofia a Milano, già segretario generale associazione FAES (Famiglia e Scuola) e consulente presso il MIUR, ed il professore Giorgio Vittadini, presidente fondazione per la Sussidiarietà e professore di Statistica presso l’Università Milano-Bicocca, curatore insieme a Luisa Ribolzi, (professore ordinario di sociologia dell’educazione, già vicepresidente ANVUR) del volume S.O.S. Educazione – Statale, paritaria: per una scuola migliore. A moderare l’incontro la professoressa Michela D’Oro, preside dell’Istituto Sant’Orsola di Catania.
In Italia chi tocca il tema della scuola si brucia, soprattutto quando propone tentativi di dibattito circa il nostro sistema scolastico e a maggior ragione quando sottolinea l’ormai evidente emergenza educativa. Come affrontare quest’analisi a livello sistemico? La provocazione che si è intesa lanciare, attraverso la presentazione della ricerca condotta da Giorgio Vittadini e Luisa Ribolzi, anche nella nostra città, dopo i dibattiti di Roma e Milano, è che questa partita dell’educazione la gioca tutta la società civile nel suo complesso; davanti a un vero e proprio “olocausto sociale”, ad una profonda crisi sociale e valoriale, della famiglia, dell’educazione, della scuola, della cittadinanza attiva, la società civile chiede uno spazio che valorizzi il contributo e la responsabilità di ciascuno, aldilà degli schieramenti culturali e politici, in vista di una scuola migliore, a vantaggio di tutti: studenti, insegnanti, genitori e dell’intera società.
Tra gli spunti forniti dal prof. Marcellino, l’analisi dei fattori che hanno portato a una frammentazione dei saperi e della società, ritenuta anche dal Cardinale Scola di Milano, il grave male della scuola. Tra questi, in primis, lo scollamento tra il concetto di educazione e istruzione, che impoverisce l’offerta dei docenti da un lato e la crescita umana degli studenti che a questa scuola si rivolgono, e la perdita di smalto e di ruolo della partecipazione delle famiglie alla vita della scuola.
Un forte richiamo è stato fatto al mondo della scuola paritaria, che rischia di soccombere in un contesto iniquo e pieno di difficoltà, lì dove deve far invece permanere un ruolo educativo e valoriale, perché dall’educazione dipendono tutte le scelte della vita della persona.
Il prof. Vittadini ha voluto insistere sulla necessità di dover andare verso un sistema scolastico integrato pubblico-privato perché, come dimostrano diverse ricerche e sperimentazioni in Europa e negli Stati Uniti, soltanto un pluralismo aumenta la qualità dell’offerta generando peraltro un risparmio economico per lo Stato.
E a questo punto, con forza, sfatando quei luoghi comuni, quelle pregiudiziali, quegli indicatori che vogliono a tutti i costi mettere all’angolo la vitalità e la fecondità educative della scuola paritaria, che ad oggi assorbe solo l’1.2 % delle risorse del MIUR per l’istruzione pubblica in Italia, il prof. Vittadini ha puntualmente snocciolato cifre, dimensioni numeriche, andamenti, esiti in termini di apprendimento, i costi e le caratteristiche degli “imprenditori educativi”, offrendo alcuni contributi in vista di un allineamento dell’Italia al sistema europeo. Nessuno nella società civile deve sentirsi estraneo a quest’emergenza, come peraltro testimonia l’intervento di un imprenditore che scende in campo a difesa della libertà di educazione, quale partner del programma Educare della Fondazione Sant’Orsola.
Non si vuole affermare una battaglia “contro”, ma una battaglia per tutti, a favore di tutti, anche dello Stato. Gli studenti che frequentano le oltre 13.000 scuole paritarie in Italia, sono oltre 990.000, quasi quanto l’intera popolazione studentesca della Campania. Se chiudessero le scuole paritarie, oltre ad un’evidente esempio di mal democrazia, lo Stato dovrebbe mettere in campo un’ulteriore manovra da 6 miliardi di euro. A conti fatti quindi un sincero dibattito, per maturare una maggiore consapevolezza, fuori da logiche di contrapposizione e finalmente dedita al bene comune, potrebbe solo arricchire e migliorare il contesto tutto.