Quello dell’agricoltura, assieme all’edilizia è il settore con il più alto rischio di infortuni gravi, “per questo diventa fondamentale parlare di sicurezza e prevenzione sin dai banchi di scuola agli allievi di un istituto agrario, che diverranno i nuovi imprenditori e lavoratori, in un comparto in crescita anche dal punto di vista dell’innovazione tecnologica” ha esordito Nanda D’Amore della società di formazione Civita, ad apertura del workshop “Agricoltura sicura” che si è tenuto all’istituto agrario di Giarre “Mazzei”, con gli studenti delle quarte classi, nell’ambito del piano formativo TQS (Total Quality in Safety), finanziato da Fondimpresa. «Un piano che intende contribuire alla diffusione di un “sistema” – ha proseguito D’Amore – che metta al centro del modo di operare dell’azienda e dei singoli lavoratori la cultura della salute, del benessere nei luoghi di lavoro e del rispetto dell’ambiente, anche quali strumenti per una sana competitività delle imprese”.
“Fondimpresa sta puntando molto sul binomio formazione-scuola – ha dichiarato Giusi Milazzo, componente OBR Sicilia, l’organismo territoriale di Fondimpresa – la formazione continua trova nei giovani un terreno fertile in cui far germogliare una nuova cultura della prevenzione, così come quella dei nuovi sistemi produttivi”.
A dare il saluto il dirigente scolastico Stefano Raciti. “Questa iniziativa è importante per far comprendere agli alunni i comportamenti corretti per una cultura della sicurezza e della prevenzione”.
Tre gli interventi affidati agli esperti di settore. Il responsabile servizi Salute e Sicurezza Asp Catania, Antonio Leonardi sulla tutela della salute nei luoghi di lavoro tra criticità e prospettive future. “Quando parliamo di sicurezza ha spiegato – intendiamo la prevenzione di quegli infortuni che avvengono sia quando si utilizzano attrezzature pericolose sia quando c’è da parte del lavoratore una sottovalutazione del rischio”.
“Il settore agricolo è considerato particolarmente pericoloso – ha sottolineato l’esperto Luigi Turrisi – perché i lavoratori si trovano spesso a utilizzare mezzi come trattori agricoli, motoseghe decespugliatori, utilizzati in modo non corretto che provocano danni irreversibili. Altro settore è quello dei fitofarmaci, prodotti che se trattati senza maschere o idonee attrezzature, provocano malattie professionali gravi”.
“Infortuni e malattie professionali sono regolate dalle legge 81/2008 che prevede molteplici figure – ha concluso Stefania Gulino, medico del lavoro – con un’adeguata formazione e informazione si può fare una buona prevenzione a tutela della salute del lavoratore”.