Acireale e non solo la città ma l’intera Regione si sono stretti attorno al sindaco Roberto Barbagallo e al deputato regionale Nicola D’Agostino. Nei giorni scorsi i due sono stati nuovamente vittime di gravi intimidazioni. Alcune notti fa una bomba carta è esplosa accanto alla Fiat 500 della moglie del primo cittadino, posteggiata a pochi passi dall’abitazione. Un nuovo intimidatorio subito dal sindaco Roberto Barbagallo in pochi mesi. La notte tra il 20 e il 21 febbraio un incendio aveva infatti distrutto la sua Smart, parcheggiata davanti l’ingresso dell’abitazione. Poco prima dell’esplosione dell’ordigno vicino alla 500, ignoti avevano appeso la testa di un capretto con un proiettile conficcato in fronte al cancello dell’abitazione del deputato regionale acese Nicola D’Agostino. Le indagini delle Forze dell’ordine sono subito scattate. Ad Acireale si è dunque creato un clima teso e pesante.
«È un doppio segnale, un “avvertimento”, che qualcuno ha voluto far arrivare a me e all’onorevole D’Agostino. Gli inquirenti stanno lavorando e le indagini spero possano darci presto risposte certe, ma è chiaro che si tratta di azioni molto forti e violente, che vorrebbero spaventare un’amministrazione che sta cercando di migliorare i livelli di vivibilità, legalità e trasparenza in questa città. Stiamo facendo in modo di riportare ordine, di combattere ogni forma di abusivismo, di far rispettare le regole e tutelare chi paga le tasse. Abbiamo adottato un regolamento a sostegno alle vittime di usura e presto arriverà in consiglio il regolamento per l’uso dei beni immobili confiscati alla mafia e andremo avanti in questa direzione con maggiore convinzione. Insomma è difficile oggi fare una sintesi e capire a chi abbia dato fastidio l’attività di questa amministrazione, ma di sicuro chi ha fatto delle azioni così brutte agisce contro la civiltà e contro il bene della città, che invece ci è vicina e stamattina è scesa in piazza spontaneamente per manifestarci solidarietà», ha dichiarato d’impatto il sindaco Roberto Barbagallo.
«Non ho dubbi sul fatto che quanto accaduto davanti casa del sindaco e davanti casa mia sia da collegare all’attività amministrativa del comune di Acireale. I criminali si sono rivolti a me e a Roberto Barbagallo, che insieme stiamo combattendo per il rinnovamento di Acireale. Evidentemente si è smosso un pantano. L’amministrazione porta avanti una battaglia per la legalità a 360° e i nemici possono annidarsi ovunque. L’incendio dell’auto del sindaco a febbraio purtroppo non era un gesto isolato, ma si tratta di atti intimidatori gravissimi e premeditati e sarà compito degli investigatori giungere alle conclusioni e individuare i responsabili. Noi andiamo avanti con determinazione, senza farci spaventare o intimidire da questi gesti vergognosi», ha aggiunto Nicola D’Agostino.
Tantissime le attestazioni di solidarietà e di vicinanza da parte di tutte le istituzioni regionali, dal presidente della Regione Rosario Crocetta al sindaco di Catania e Presidente del Consiglio Nazionale dell’Anci Enzo Bianco. Una solidarietà generale che è culminata in un’assemblea generale che si è tenuta sabato scorso nel Palazzo del Turismo ad Acireale.
L’assemblea è iniziata con il saluto del portavoce di CambiAmo Acireale, Marcello Bonaventura, che ha sottolineato il valore dell’ampia partecipazione di cittadini, rappresentanti della politica, delle forze dell’ordine e della società civile alla manifestazione: «Ripristinare le regole di corretta convivenza e vivibilità, delle attività economiche svolte nella legalità ha fatto smuovere un livello superiore di reazione. Oggi tutti i presenti stanno dando non solo un segnale di vicinanza alle vittime, ma stanno esprimendo piena condanna a questi atti criminali vergognosi». Il sindaco Roberto Barbagallo, assente perché contemporaneamente ascoltato presso il Comando provinciale dei Carabineri, ha voluto esprimere con un messaggio la sua gratitudine a tutti i partecipanti e comunicare di avere nominato, in quanto soggetto offeso, quale suo difensore l’avvocato Enzo Mellia e che nel momento in cui saranno individuati i responsabili il Comune di Acireale si costituirà parte civile nel processo.
Sono intervenuti per esprimere solidarietà a Roberto Barbagallo, a Nicola D’Agostino e alle loro famiglie: il comandante della Polizia Municipale di Acireale Antonino Molino, il segretario dell’Associazione forense acese Giovanni Battiato, il deputato regionale Angela Foti, il deputato nazionale Andrea Vecchio, il vice direttore provinciale di Confcommercio Francesco Sorbello, il segretario generale del Comune di Acireale Giovanni Spinella e Maurizio Musumeci del circolo acese del Pd. Particolarmente sentiti gli interventi di Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci e sindaco di Catania, di Marco Sinatra, sindaco di Vizzini, Santo Caruso, sindaco di Aci Sant’Antonio e Ascenzio Maesano, sindaco di Aci Catena. Era presente anche il sindaco di San Giovanni la Punta Andrea Barbaro Messina.
«Desidero manifestare la mia amicizia a questa splendida città, che merita di guardare al suo futuro con più serenità. Voglio portare qui il saluto affettuoso di tutti gli 8105 sindaci d’Italia e dirvi da presidente del Consiglio nazionale dell’Anci e a nome del presidente dell’Anci Piero Fassino che questa mattina di sabato santo siamo qui idealmente tutti insieme. In ogni città d’Italia ogni giorno ci sono azioni di violenze e intimidazioni nei confronti dei sindaci che si trovano esposti in prima linea a rappresentare lo Stato anche quando lo Stato non c’è più in modo adeguato. Se pensavano d’intimidire il sindaco Barbagallo o l’onorevole D’Agostino sappiano che avranno pane per i loro denti e che a loro fianco scenderà tutta Acireale, senza differenze di colore politico, per sancire il principio fondamentale che nella legalità noi vogliamo riportare sviluppo nelle nostre città e io sono al vostro fianco per questa battaglia», ha detto Enzo Bianco.
L’assemblea si è conclusa con l’intervento del deputato regionale acese Nicola D’Agostino che ha detto: «La cultura dell’illegalità, della mancanza del rispetto delle regole del quotidiano ci abitua a sopportare e questo, nel tempo, ha fatto sì che molte cose venissero date per scontate e tutto fosse possibile, a volte in nome di un supposto sviluppo economico, che invece è arretratezza culturale ed economica. Se vogliamo cambiare, dobbiamo cambiare i nostri piccoli comportamenti sbagliati, che sembra non c’entrino con quanto accaduto in questi giorni, ma c’entrano. Queste cose avvengono non perché sono scoppiate improvvisamente, ma perché ci sono, ci sono sempre state e forse tutti le abbiamo sempre tollerate e nascoste. Applicare la trasparenza, la legalità nelle piccole cose significa distruggere la cultura mafiosa, che è un insieme d’interessi, il governo di tante piccole irregolarità che sono alimentate e alimentano il circuito delinquenziale e che io credo abbia portato agli atti che oggi sono all’onore della cronaca. È chiaro che questa è una reazione a delle cose buone che sono state fatte, ma noi non possiamo che continuare con estrema determinazione su questa strada, non è ammissibile questo livello d’imbarbarimento, questi atti ci fanno arrabbiare e il messaggio deve essere deciso e chiaro per tutti. L’unico sviluppo si fa nella legalità e questo è l’unico sviluppo possibile all’interno e all’esterno del Comune. Tutti i cittadini perbene – la stragrande maggioranza – che pagano le tasse, che rispettano le regole di convivenza vanno confortati e incoraggiati, solo facendo rispettare le regole possiamo incrinare quel sistema culturale di quei pochi, che invece continuano a disturbare e ad alimentare un circuito negativo e sbagliato. Ringrazio tutte le forze dell’ordine e la magistratura per l’aiuto che ci hanno dato e che ci stanno dando. Credo possano sentirsi confortati anche da questa manifestazione e dall’azione di questa classe politica e li prego di andare avanti con determinatezza e dare un segnale forte di pulizia in questa città. Da queste cose bisogna ripartire con forza senza avere timore».