L’ex Collegio dei Gesuiti di via Crociferi è ancora oggi in completo stato di abbandono, testimoniato dalle condizioni esterne, che lo vedono cadente e deturpato, a quelle interne, degradate e peggiorate dalle visite continue di ladri e vandali. L’edificio avrebbe infatti dovuto essere ristrutturato e messo in sicurezza già 6 anni fa, nel 2009, quando proprio per motivi di sicurezza l’Istituto d’Arte di Catania che lì aveva sede fu “sfrattato” e la Regione rientrò in possesso del complesso. Gli interventi di messa in sicurezza sarebbero dovuti partire nei primi mesi di quest’anno almeno per quanto riguardava uno dei cortili. Purtroppo il ricorso di una delle ditte che hanno partecipato al bando per l’assegnazione dell’appalto ha bloccato tutto. Sembrava però che si trattasse solo di breve un rinvio. E in effetti all’inizio di quest’anno sarebbero dovuti riprende i lavori di ristrutturazione perché la ditta che ha presentato il ricorse se lo è visto respingere. L’intervento riguardava la messa in sicurezza dello stabile e quelli della fruizione di uno dei cortili che, alla fine dei lavori, verrà aperto al pubblico. Ma ancora nulla sembra essersi mosso.
Vulcania fu negli anni Ottanta il primo centro commerciale di Catania. Ebbe un momento di grande successo grazie alla nuova tipologia di offerta con tanti negozi e un supermercato. Poi il lento declino e l’abbandono fino ai nostri giorni. Adesso Vulcania è un ricettacolo di degrado, un
altro simbolo della decadenza della città. Ma quello che è più grave e che questo mausoleo delle trascuratezza di chi amministra questa città è un vero e proprio rischio per la sicurezza dell’intera zona e dei suoi abitanti. La struttura è facile rifugio per ubriachi, drogati, balordi e sbandati di avere un rifugio con conseguente pericolo per i residenti della zona che sono ormai esasperati nel vedere ogni mattina, scarpe e vestiti abbandonati ai bordi della strada, buste con pochi oggetti personali ai lati delle panchine e spesso siringhe e bottiglie anche nell’annesso parco, dove si trova una piccola bambinopoli. E anche se la bambinopoli è molto frequentata, pensare di fare una passeggiata con i bimbi all’interno del parco non è la decisione più tranquilla che una mamma può prendere.
La manutenzione delle pertinenze della struttura, dove tra l’altro ha sede la III Circoscrizione, sarebbe a carico proprio del Comune. Ma nulla viene più fatto. Tutto è trascurato: luci, scale e pavimentazione. La situazione delle botteghe, dove una volta vi erano i negozi, è più complessa perché vi sono ancora una ottantina di proprietari diversi che si trovano tutti con amministrazioni controllate in corso. L’ultimo che si occupò di Vulcania fu l’allora assessore al Commercio, Pietro Agen, nell’ormai lontanissimo 2001. Eppure una soluzione deve essere trovata sia perché non è giusto disperdere un simile patrimonio immobiliare sia perché non si può annientare la pace, la sicurezza e il decoro di uno dei migliori quartieri della città.
Villa Bellini – Sembra essere passato un secolo, e non quasi 11 anni, da quando sabato 17 ottobre 2002, l’amministrazione comunale annunciò che «Primo in graduatoria, tra tutte le nove province, il progetto per il recupero e la valorizzazione di Villa Bellini è stato finanziato dall’assessorato regionale ai beni culturali e ambientali nell’ambito dei Fondi europei del Por Sicilia. Ben 19,5 milioni di euro (oltre 38 miliardi di vecchie lire) potranno essere spesi per la completa riqualificazione e l’utilizzo del giardino Bellini». In realtà tutti questi soldi non furono spesi per una serie di motivi e lo stesso progetto, dopo mille polemiche, fu sostanzialmente cambiato.
Lo stesso Consiglio comunale decise, nel 2009, di creare un’apposita commissione di inchiesta voluta da quindici consiglieri per capire come erano stati spesi i soldi e perché un tale ritardo rispetto ai tempi di consegna imposti dall’Ue. Ma non si arrivò a nulla anche perché il Pdl, che allora appoggiava compatto il sindaco Stancanelli, non era per nulla favorevole all’inchiesta.
La Villa viene inaugurata in ogni caso il 23 settembre 2010. Le polemiche non solo non si sopirono ma divamparono ancora più infuocate. Un rifacimento, quello della “Villa” che è nato tra le polemiche, si è realizzato attraverso le liti e si è concluso con le critiche. Critiche che non si sono sopite neppure adesso.
MAT