Venticinque anni di lavoro hanno bisogno di un coronamento, di uno sforzo che fermi il tempo senza aver cura del tempo. Il progetto Transiti Humanitatis della Compagnia Zappalà Danza rappresenta proprio questo e dopo i primi due step “Invenzioni a tre voci” e “Oratorio per Eva”, ispirate e dedicate alla donna, adesso tocca all’ultima sinfonia di Beethoven a diventare fonte ispiratrice: La Nona (dal caos, il corpo).
La musica utilizzata è la bellissima trascrizione per due pianoforti che ne ha fatto il compositore Franz Liszt e che sarà eseguita dal vivo dai due pianisti Luca Ballerini e Stefania Cafaro. In scena inoltre dodici danzatori della Compagnia – Maud de la Purification, Filippo Domini, Alain El Sakhawi, Sonia Mingo, Gaetano Montecasino, Gioia Maria Morisco Castelli, Marco Mantovani, Adriano Popolo Rubbio, Fernando Roldan Ferrer, Claudia Rossi Valli, Ariane Roustan, Valeria Zampardi – e il controtenore Riccardo Angelo Strano.
A partire dalle musiche di Ludwig van Beethoven, nel terzo step del lungo progetto Transiti Humanitatis, Roberto Zappalà ancora una volta parte dal corpo e dalle sue storie per propone una riflessione sull’uomo e sull’umanità; sulla sua condizione di perenne conflitto e sulle speranze di solidarietà e fratellanza universale.
L’umanità in transito è un’umanità in movimento che si oppone al concetto di immobilità, immutabilità o alle idee assolute e senza dubbio. Il movimento è laico, come lo spirito di Beethoven e della sua musica e la laicità del pensiero e dei comportamenti è alla base della creazione.
L’umanità che danza nello spettacolo è un’umanità che si sviluppa da un processo di accumulazione, da un caos primordiale (come dice il compositore Sciarrino a proposito del primo movimento della sinfonia), da una pluralità di intrecci e microstorie conflittuali e “negative”, che sfociano, nella seconda parte, nella pacificazione dell’adagio e nella gioia finale del quarto movimento.
Accostarsi alla Nona di Beethoven, anche in questa versione da “camera”, è accostarsi alla Musica per eccellenza. E se la musica non può fare a meno del silenzio, il silenzio è anche il primo e ineludibile passo dell’ascolto e quindi del riconoscimento dell’altro; e il riconoscimento reciproco dell’altro è la via per la pacificazione sperata da Beethoven.
Coreografie e regia Roberto Zappalà, pianisti Luca Ballerini e Stefania Cafaro, controtenore Riccardo Angelo Strano. Lo spettacolo è in scena, in prima assoluta, al teatro Massimo Bellini di Catania da stasera fino al 27 maggio, venerdì 22 alle 20,30 tutti gli altri giorni alle 17,30.
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