Catania – È uno dei luoghi più significativi, dal punto di vista ambientale, di Sicilia, la più grande della provincia di Catania. Eppure, stando a quanto osservato dai consiglieri membri della seconda commissione consiliare, sembra lasciata in completo stato di abbandono o quasi. Le potenzialità dell’Oasi del Simeto, la grande zona umida alla periferia meridionale della città, si infrangono contro l’abusivismo edilizio, prepotente presenza nella pre-riserva, cioè nella zona B, la mancanza di controlli che vedono molte aree trasformate in vere e proprie discariche a cielo aperto e, in generale, contro la cultura ambientalista che, in altre parti d’Italia e d’Europa, avrebbe imposto la valorizzazione dell’area per mantenerla e per farne un’attrazione turistica – e con questa una voce di entrata a livello economico.
Così, però, non è. E lo spettacolo che si presenta agli occhi di un qualsiasi visitatore, non è certo dei più edificanti. Vicino i villaggi a mare, agglomerati urbani preesistenti l’istituzione dell’Oasi, è facile trovare oltre al cemento, a pochi metri dal mare, anche cumuli di rifiuti, recinzioni, sbarre. Nulla farebbe pensare a un’area protetta.
Le cose cambiano, ma non troppo, se ci si spinge in zona A, la riserva vera e propria, nei pressi della vecchia ansa del fiume e della foce. Qui, nonostante a livello ambientale, la natura sembra meglio conservata, sono altri gli elementi che potrebbero scoraggiare chiunque a recarsi in visita all’Oasi. Innanzitutto, occorre trovare l’ingresso, dal momento che la segnaletica è scarsa, per non dire inesistente. In secondo luogo, appena si arriva all’Oasi, è il cartello “non lasciate nulla in macchina, pericolo di scasso”, in doppia lingua, fa tutto il resto.
La commissione, per quanto riguarda la manutenzione, promozione e valorizzazione della riserva, chiede aiuto alla politica e, in particolare, all’amministrazione comunale che, pur non gestendo direttamente l’area, che è gestita dalla Provincia, potrebbe farsi promotrice del recupero e del rilancio dei luoghi, in considerazione soprattutto del fatto che, non esistendo più l’organo politico, il consiglio provinciale, non c’è più chi pressa per ottenere risposte e risultati.
Per quanto riguarda la zona B, invece, la proposta arriva da Vincenzo Parisi, presidente della commissione consiliare al Bilancio. L’esponente del consiglio comunale propone l’attivazione di una serie di protocolli che mettano in condizione chi vive nei villaggi che ricadono nella pre riserva, le cui abitazioni in molti casi sono preesistenti alla riserva stessa, di poter vivere lì tutelando, nello stesso tempo, l’ambiente circostante.
“Questi cittadini pagano le tasse regolarmente – afferma – e molti hanno avviato le pratiche per le sanatorie. Di fronte a questo stato di cose – continua – la mia proposta è quella di dare vita a una serie di protocolli di collaborazione con i residenti, coinvolgendoli in un progetto di rivalutazione di questa parte della città, che potrebbe diventare la nuova Vendicari di Catania. La carenza di dialogo, da parte degli organi competenti, ha portato a quei risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti. La commissione consiliare all’Ambiente ha fatto bene a mettere in evidenza disagi e problemi della zona – conclude – ora bisogna rimboccarsi le maniche e trovare soluzioni percorribili”.
M.T.