Pensando alla 61° edizione del Taormina Filmfest viene subito alla mente una fiction di quelle che si perpetuano negli anni, quelle che godono di una certa fama ma poi, col tempo, perdono tutto il loro potere di attrazione e soprattutto di anno in anno perdono i loro attori principali rimpiazzati per l’occasione da attori in erba che fanno bene il loro compitino ma nulla di più. In effetti l’assenza di Mario Sesti, direttore artistico, nelle ultime edizioni, si fa sentire. Attorno alla manifestazione cinematografica siciliana non c’è più l’interesse di un tempo causa, probabilmente, la scelte delle pellicole proiettate tra il Palazzo dei Congressi e il Teatro Antico, non certo dello stesso standard degli anni passati, a parte qualche eccezione come la pellicola di animazione della Pixar “Inside Out”. A colmare il vuoto di una programmazione, in parte, al di sotto delle aspettative, la presenza al Taormina Filmfest di stelle del cinema hollywoodiano come Richard Gere, Patricia Arquette, Dolph Lundgren e Ruper Everett. Questi grandi nomi del cinema internazionale non sono bastati a colmare quel senso di vuoto che si respira nei vicoli e nelle piazze della capitale siciliana del turismo. Certi episodi, certi scandali, certi aneddoti legati alla recente storia del Taormina Filmfest rimangono indelebili ricordi del passato. L’operazione revival messa in piedi dall’organizzazione del Taormina Filmfest con la presenza, al Teatro Antico di stelle del cinema, di qualche anno addietro non ha portato ai risultati sperati. E l’operazione nostalgia non ha convinto molti.
Sì, in parte il pubblico avrà anche apprezzato, la presenza a Taormina, di artisti d’antan come Richard Gere, ma forse, queste presenze, hanno scatenato negli stessi un senso di malinconia per un’epoca ormai andata. La stessa Patricia Arquette è stata acclamatissima dal pubblico siciliano che la ricorda in memorabili pellicole degli anni Novanta come: “Una vita al massimo” di Tony Scott, “Ed Wood” di Tim Burton e “Strade perdute” di David Lynch. Ma allora perché non chiamarlo: “Festival del cinema di ieri”?
Sono tanti i festival, in giro per il mondo, che negli anni hanno accresciuto la loro fama grazie a pellicole indipendenti poi diventati campioni del boxoffice. Lodevole, invece, la sezione dedicata ai filmaker siciliani. È davvero positivo che una rassegna del cinema siciliana aiuti a promuovere la creatività e l’estro di chi produce cinema, nella maggior parte dei casi con risorse limitate, in Sicilia. A fare da degna cornice al Taormina Filmfest, una buona presenza di turisti, soprattutto stranieri che hanno riempito tutte le strutture ricettive della capitale del turismo siciliano. C’è solo da chiedersi quanti di questi turisti sono a Taormina per il festival. In molti sono pronti a giurare che molti di essi nemmeno sanno che a Taormina è in fase di svolgimento un festival cinematografico.
Patrick Battipaglia