Catania – Ha la faccia pulita e non ha ancora compiuto 40 anni. Mattia Noberasco, direttore generale della Noberasco SpA, azienda leader nel settore della “frutta a colori” in Italia e all’estero, risponde con serenità e semplicità a tutte le domande degli imprenditori siciliani. Sono più di trecento i presenti alla convention organizzata da Compagnia delle Opere della Sicilia orientale al Castello Ursino di Catania. La Noberasco SpA è un’azienda che fattura 100 milioni di euro e che da anni ha fatto dell’export e della patrimonializzazione i cavalli di battaglia su cui puntare per il futuro.
La ricetta dell’imprenditore è semplice: “Bisogna innovare, avere coraggio, saper sbagliare e imparare dagli errori. Bisogna avere molta pazienza e fiducia nei giovani dando loro la possibilità di sbagliare. È entrato in azienda sperimentando tutti i settori e partendo dal basso, è stato messo alla prova, controllato dai dirigenti e intanto il suo lavoro veniva valutato dagli zii per decidere il suo ingresso in azienda.
Chi è Mattia Noberasco e cosa avrebbe fatto se non ci fosse stata la Noberasco?
Immaginare una vita diversa mi è capitato a volte anche perché il mio è un lavoro molto faticoso. Io coordino tutte le attività aziendali, faccio da collante tra le decisioni della proprietà e l’effettiva applicazione strategia all’interno dell’azienda. Rispondono a me tutti i funzionari marketing, commerciale, qualità, produzione, logistica.
A che età è entrato in azienda, o in azienda ci è proprio nato?
In effetti, la mia prima esperienza di lavoro è stata proprio in azienda nel 2004.
Quali sono i numeri dell’azienda? Esportate in quali paesi?
Il nostro export pesa circa il 7-8%. Abbiamo chiuso il 2014 a 91 milioni e abbiamo fatto circa 6 milioni e mezzo di export che pesa però quasi il 20% della nostra attività produttiva. Noi cresciamo soprattutto in quei paesi dove c’è un’attenzione particolare ai temi della sostenibilità, del biologico, del mangiare sano.
Non per nulla i nostri maggiori clienti sono quelli del Nord Europa: Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia. Sono quelli che non vogliono rinunciare alla qualità.
Da quanto siete presenti in questi paesi?
Più o meno dal 2004 con la marca privata del distributore, lì non c’è un’alternativa.
Lavorate solo nei paesi scandinavi con la marca privata o anche altrove?
Anche in altri paesi, in Germania ad esempio con Lidl. A fine anno abbiamo aperto una filiale in Francia per sviluppare solo la marca Noberasco. Ci appoggiamo a una rete vendita già esistente e stiamo cercando di sfruttare il nostro brand ed è ovviamente più complicato. Nei paesi dell’est siamo presenti così anche perché lì non c’è ancora una presenza di marca privata, Israele dove abbiamo tantissimi clienti, Cina, Australia. Ma sono realtà, magari specializzate nel mondo del biologico, che vogliono raffinare l’offerta nel mondo del biologico. Il mercato della Francia che somiglia un po’ a quello italiano, vogliamo “attaccarlo” in modo più convinto e con prodotti anche diversi, investendo su una maggiore visibilità, più promozione nei punti vendita. Per noi che viviamo al confine tra la Liguria e il Piemonte, la Francia è la nostra estensione naturale quasi quanto la Lombardia. La novità di quest’anno è essere riusciti a entrare come partnership di TrenItalia per entrare nell’offerta snack di Freccia Rossa.
Siete presenti a Expo 2015?
Sì, in due punti, siamo partner di Italy per la ristorazione tematica regionale e poi siamo tra gli alimentari con uno stand piccolo per lo più dedicato alle attività di incoming di buyer stranieri, quindi è un tema legato soprattutto all’attività all’estero.
Da quanto è entrato in azienda qual è stata la sua scelta migliore?
Sicuramente quella di investire in uno stabilimento di proprietà che abbiamo individuato e stiamo creando quasi al confine con il Piemonte e sul quale abbiamo investito 35 milioni di euro. nuova sede produttiva di Carcare nella Val Bormida, pensata e realizzata con l’obiettivo prioritario dell’efficienza energetica e della riduzione delle emissioni di C02. L’obiettivo adesso è superare i prossimi due anni che saranno molto difficili sul fronte della sostenibilità dei nostri conti. Ma nel momento in cui supereremo questa fase l’azienda sarà molto più forte, più patrimonializzata e avrà alle spalle un’attività industriale in grado di fare il salto di qualità dimensionale. Saremo padroni del nostro destino.
In questo periodo non si fa altro che parlare di uscita dalla crisi, sono parole o è realtà?
Secondo me ci sono diversi segnali che fanno ben sperare che il peggio è alle spalle. Noi ce ne accorgiamo sia dal livello dei consumi, che sta crescendo, ma anche dalle presenze turistiche . Lo scorso week end ho dovuto fare 25 chiamate per trovare un posto dove far dormire degli amici. Questo vuol dire che la gente si muove, va in albergo, va al ristorante, spende soldi. Insomma fa girare l’economia. Del resto le banche son piene di soldi e questo è il momento favorevole per fare investimenti sulla casa soprattutto per le coppie giovani.
Lei ha detto che siete cresciuti a doppia cifra, ma cosa vuol dire esattamente?
“Il primo anno in cui sono entrato in azienda il fatturato era sotto i 50 milioni, quest’anno abbiamo superato i cento. Diciamo che la crescita – ha concluso Noberasco – si attesta dal 10 al 12 per cento annuo”.
In questo momento la Noberasco SpA ha tre posizioni lavorative aperte, due per la ricerca di un addetto alle vendite a Milano e Torino, la terza per un brand manager export con almeno 5/7 anni di esperienza. Maggiori informazioni sul sito dell’azienda.
Monica Adorno