Zafferana – Appuntamento preso al volo con il sindaco di Zafferana, Alfio Russo che nella vita è anche commercialista e gestisce un mulino. Entro nel palazzo comunale e la prima cosa che salta al naso è un inebriante odore di pulito. Salgo al primo piano, busso alla porta e non aspetto neanche un secondo. L’intervista sulla mattonella autobloccante in pietra lavica realizzata e brevettata dal Comune, inizia subito sotto l’ombra di una parola d’ordine che nessuno ha pronunciato “velocità”.
Sul tavolo da riunione di mattonelle ce ne sono di tutti i colori e di tutte le forme. Ma è quella a forma di “Z” a contenere in sé due brevetti regolarmente registrati presso la Camera di Commercio di Catania. Il primo riguarda la composizione della mattonella, il secondo la forma che la rende appunto “autobloccante”.
Sindaco chi ha realizzato il progetto?
L’amministrazione.
Solo l’amministrazione? Per realizzare questo progetto ci devono essere delle specializzazioni di un certo rilievo
C’è una ditta nostra di grande fiducia con la quale abbiamo collaborato. Con cinque mesi di lavoro siamo riusciti a passare dalla sabbia vulcanica alle mattonelle autobloccanti.
L’azienda è stata pagata?
Il brevetto l’ho fatto registrare a loro.
Quindi non è del Comune?
L’hanno registrato loro ma il Comune è parte in causa. Abbiamo accordi. Il Comune non poteva farlo perché non ha la struttura. L’obiettivo raggiunto è quello di aver trasformato un rifiuto in risorsa. Abbiamo fatto tantissime prove alla fine abbiamo trovato la soluzione: settanta per cento sabbia vulcanica macinata, colorante, cemento a 25, acqua e additivo. Il know how è del Comune che è dentro con cuore e anima in questo progetto.
Ci vogliono macchine particolari?
No serve una tecnologia tradizionale. Un mulino di frantumazione. Cambia solo la materia prima. Il 70 per cento di ciò che raccogliamo come rifiuto diventa risorsa per fare mattonelle.
Questo brevetto potrebbe non coinvolgere solo il Comune di Zafferana…
Potrebbe avere risvolti impressionanti. Pensi cosa succederebbe se la Regione Sicilia inserisse nelle gare l’utilizzo di mattonelle che abbiano il 70% di sabbia vulcanica. A quel punto l’azienda sarebbe obbligata ad acquistare questa mattonella con risvolti mostruosi a livelli economici. Per i Comuni la sabbia dell’Etna in questo momento è un rifiuto che costa 12 euro a tonnellata più il trasporto. Se la prendiamo noi già risparmio questo ed è da qui che nasce il concetto di risorsa.
Un modo nuovo di far vivere i comuni. Potrebbero diventare aziende…
Certo rimettendo la mattonella sul mercato. E va detto che la qualità di questa non ha eguali nel mercato. Le altre hanno una capacità di 200kg/cmq questa invece arriva a una capacità di schiacciamento superiore ai 596 kg/cmq.
Per cosa si può utilizzare questa mattonella?
Strade, marciapiedi, pavimentazione, balconi… tutto!
Viene cotta?
No. C’è un sistema di lavorazione specifico.
In cosa consiste il brevetto?
Nella composizione della mattonella e nella forma “Z” registrata.
Lei domani ha appuntamento con due aziende per posare 1.000 mq, ma l’azienda che ha brevettato il tutto che fine ha fatto?
Lasci stare l’azienda, consideri il Comune.
Ma allora questa azienda c’è tanto per…
L’azienda mi ha dato il know how e mi ha detto quello che vuoi fare fai.
E non ci guadagna niente?
Sicuramente le royalties. Se la mattonella costerà 5 euro a mq, un euro andrà sempre a questa ditta. Qui c’è un rapporto fiduciario…
Adesso, perché è lei il sindaco.
Nessun altro potrebbe gestire questa cosa. Crollerebbe tutto il sistema.
Sindaco lei quando finisce il mandato?
Il mese prossimo ci sono le elezioni.
La mattonella quando è stata brevettata?
A ottobre dello scorso anno.
Come mai non l’avete pubblicizzato prima?
Perché non avevo deciso cosa fare, poi ho detto rompiamo un po’ le cose. Intanto parto!