Una scrupolosa indagine evidenzia una inquietante realtà. Catania è una città dove gli scarichi dei liquami urbani a mare raggiunge livelli preoccupanti. E ciò nonostante leggi specifiche – la 319-76 e successiva modifica e la L.R.27/86 e convenzione di Barcellona, che prescrive i depuratori a tutte le città bagnate dal Mare Mediterraneo. Catania a tutt’oggi è dotata di una rete fognante (tale e quale come 64 anni fa, anno della sua inaugurazione) inadeguata a sopportare il carico fognante, nel tempo aumentato in maniera esponenziale, ad evitare l’inquinamento del nostro litorale e del sottosuolo.
L’indagine è destinata a far conoscere agli enti interessati la realtà fognaria catanese. Risulta infatti, che almeno 10 sono gli scarichi in mare, in buona parte di sostanze inquinanti non depurate. Non meno allarmante la situazione derivante dalle infiltrazioni e dalle dispersioni dei liquami nel sottosuolo da parte di insediamenti pubblici e privati non collegati alla rete fognante.
Scarichi a mare: la situazione
Per quanto riguarda gli scarichi in mare ecco dove sono ubicati:
– scarico ubicato nei pressi del golfo di Ognina, dal Policlinico al camping Jonio;
scarico che sfocia nell’antistante piazza Europa, collettore fognario degli scarichi civili del Viale XX Settembre e Corso Italia;
– scarico che sbocca a mare nello spazio antistante la Stazione Ferroviaria Centrale proveniente da via Sangiuliano;
– importante scarico fognario, proveniente dalla zona alta di via Etnea e suoi affluenti, scarica all’interno del porto di Catania, adiacente gli uffici la Capitaneria di Porto;
– il cementificio, insediamenti civili e dall’ex mercato ittico;
– importante scarico fognario antistante il faro Biscari che consiste nella affluenza di due canali fognari provenienti dai quartieri Monte Po e San Giorgio, nel punto antistante il Cimitero, durante la stagione estiva vengono sbarrati e fatti traboccare nel canale allacciante;
– scarico in mare all’altezza del lido Aurora, digerisce i liquami provenienti dal canale Forcile, (quartiere Zia Lisa), palazzine aeroporto, ex mercato orto frutticolo e villaggio S. Maria Goretti;
– scarico in mare adiacente il lido balneare Don Bosco, è alimentato dagli scarichi reflui dall’aeroporto di Catania Fontanarossa;
– scarico in mare lateralmente al lido “Roma” (canale Arci), alimentato dagli scarichi prodotti dagli insediamenti industriali di quasi tutta la zona industriale;
– scarico in mare dei liquami trattati dal depuratore in contrada villaggio Primosole nei pressi della foce del fiume Simeto.
I primi cinque scaricano in mare in modo continuativo, gli altri, invece, durante la stagione estiva, vengono sbarrati a monte, e con motori di sollevamento vengono fatti scaricare nel canale allacciante, meglio specificato qui di seguito.
Il canale “Allacciante”
È stato costruito nel 1950 ed è ormai in precarie condizioni per intasamento, lunghezza e minima pendenza (0,05×1000). I liquami in esso versati, da vari e numerosi affluenti, nel tempo decantati, hanno ridotto la sezione del collettore. Il suo lungo percorso, che inizia dalla via Policastro (quartiere Ognina-Picanello) alla foce del Simeto, attraversa il cuore della città, in via Sangiuliano all’altezza della Sala Bonaventura entra in galleria fino a via Castello Ursino (tratto non ispezionabile), via Delle Calcare, via Acquicella-Cimitero, in parallelo via Zia Lisa, zona industriale, fino al depuratore di contrada Buttaceto. Dopo il trattamento della depurazione questi liquami proseguono a cielo aperto attraverso il canale Jungetto, vecchia ansa del Simeto, fino al mare nel cuore della riserva naturale del Simeto.
In definitiva, buona parte degli scarichi urbani sono distribuiti in tutto il litorale catanese, in particolare gli scarichi descritti dall’1 al 5 scaricano in mare tutto l’anno senza depurazione mentre dal 6 al 9 durante la stagione estiva vengono sbarrati e con pompe idrauliche vengono sollevati ed immessi nel canale allacciante che giungeranno al depuratore di Buttaceto.
Il sottosuolo catanese
In sostanza tutta la superficie del sottosuolo catanese si può dichiarare inquinata. Infatti, sono molti gli insediamenti, pubblici e privati non sono collegati ai collettori fognari che scaricano con il sistema della cloache a perdere. Il Comune di Catania e la Provincia di Catania, infatti, non hanno in organico un ufficio manutenzione dei depuratori, quindi, qualsiasi depuratore senza la dovuta manutenzione andrà subito fuori uso ed sembra quindi difficile che potrà essere recuperato.
Dall’indagine emerge un’altra nota: nel villaggio Sant’Agata, nel quartiere di Librino e in tutti i quartieri di periferia, sono molti gli scarichi fognari a cielo aperto nei valloni adiacenti gli insediamenti dei complessi residenziali che si esauriscono per assorbimento nel terreno.
Per tutto ciò, è chiaro che un eventuale ulteriore carico nel canale allacciante, non potrà essere supportato.
Le amministrazioni pubbliche della costa Jonica, da Acireale a Catania, dovrebbero evitare di utilizzare il canale “Allacciante”, si rischierebbe, quindi, una emergenza durante la balneazione estiva, tanto è vero che durante il periodo della balneazione, il canale, ricevendo gli scarichi dei canali, (come già detto dal 6 al 9), si ingrossa a dismisura, tanto da traboccare nel collettore di via Garibaldi, (super pieno) il quale sfocia proprio nel fiume Amenano, ammorbando tutta la centralissima piazza Duomo.