“La società è ufficialmente in vendita; se Cosentino ha sbagliato è solo colpa mia”. Torna a parlare il patron del Catania, Nino Pulvirenti, dopo dieci mesi di silenzi e dopo il suo arresto avvenuto lo scorso 23 giugno nell’ambito dell’inchiesta “I treni del gol”. E lo fa nel corso della prima conferenza stampa organizzata a Torre del Grifo Village, per fare chiarezza su quanto sta avvenendo in società e su quale potrebbe essere il futuro dei rossazzurri.
“La società è ufficialmente in vendita. Faremo tutto in maniera molto trasparente: l’incontro sarà trasmesso in streaming. Oggi avevamo fissato un primo appuntamento con chi si era mostrato interessato a trattare la cessione del Calcio Catania, ma avevo deciso di indire una conferenza stampa ed è quindi stato spostato a giovedì. La mia disponibilità era già stata data da domani mattina. Riceverò giovedì alle 10 a Torre del Grifo una cordata di imprenditori. È una questione pubblica, che riguarda tutta la città, quindi è giusto che si assista alla trattativa”.
E sul prezzo: “Il Catania oggi ha un patrimonio netto di 30 milioni di euro. Non sono io a decidere se togliere Torre del Grifo o no dalla società: questa è la realtà, non è complicato”.
Per quanto riguarda, invece, la vicenda legate all’inchiesta i “Treni del gol”, l’ex numero uno della società di via Magenta ha ammesso solo in parte di aver tentato le combine di alcune partite e ha anzi dichiarato di essere stato truffato dal sistema. “Le intercettazioni danno spazio a dubbi. Si evince che con una somma si poteva ottenere un determinato risultato, ma io posso dirvi – continua Pulvirenti – che non ho visto neanche una partita in cui il Catania è stato aiutato, anzi vi dico che io stesso sono stato truffato in due occasioni, nel corso di due partite”.
Dopo due anni di fallimenti, una retrocessione e una società sull’orlo del baratro, Pulvirenti ha ammesso di aver sbagliato ad affidare la squadra al discusso amministratore delegato Pablo Cosentino. “Cosentino è diventato dirigente del Catania, quando la squadra militava ancora nel campionato di Serie A. Non voglio scaricare la colpa di quanto accaduto sugli altri. Se si è dimostrato non all’altezza della situazione, la responsabilità è mia, non sua. Magari da un’altra parte farà meglio”.
Antonietta Licciardello