Come un fulmine a ciel sereno stamattina alla Camera dei Deputati un lampo ha squarciato la serenità dei detrattori del Ponte sullo Stretto. La votazione di una modifica sul completamento della Salerno-Reggio Calabria ha rimesso in moto un meccanismo che era stato accantonato da anni seppur per lui, il Ponte s’intende, erano e sono già stati spesi un miliardo e 200milioni di euro. La mozione, presentata da Ncd di Alfano, è passata con 289 voti favorevoli e 98 contrari specificava di “vedere” il ponte come infrastruttura ferroviaria preminente. Il ministro Delrio da Palermo ha specificato che al momento “il dossier non è al tavolo” ma ha anche aggiunto che “se una forza politica o il parlamento ci invita a valutare se un domani potremo riaprirlo, noi non diciamo di no. Non abbiamo pregiudizi”.
Non è difficile immaginare le polemiche scaturite dalla votazione che, tra l’altro, ha azzerato tutte le mozioni contrarie al ponte. Una storia infinita che dura da 150 anni quella del ponte sullo Stretto con detrattori che vorrebbero a tutti i costi un ammodernamento – ove non fosse necessaria una nuova costruzione – delle strade e superstrade siciliane. Per altri invece le vere migliorie verrebbero proprio dal ponte, quindi con una filosofia diametralmente opposta. Noi stiamo con i secondi e in più “il ponte vale quanto la somma dei Po-Fesr che abbiamo rimandato indietro dal ’99” ha commentato l’ing. Giacomo Guglielmo, “che ogni euro, non speso, di fondi comunitari siciliani e calabresi sia destinato al ponte”.
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