Catania – Un passeggino rotto all’ingresso, qualche vestito sparso qua e là, erba incolta, vetri rotti, tendone devastato, campo inagibile, bagni distrutti, rifiuti ovunque: è questa la triste fotografia del campo di Fontanarossa. Ormai ‘una ex struttura sportiva’, che dopo aver ospitato anche un campo rom è diventata simbolo di degrado di una città – quella di Catania – dove tanti impianti sportivi sono abbandonati e per nulla valorizzati. Qualche tempo fa, il comune etneo aveva pensato di cederlo alla società che gestisce l’aeroporto, per trasformarlo in parcheggio secondo un preciso progetto della Sac, ma anche di questa iniziativa non si hanno notizie.
Il campo è da anni lasciato nell’incuria, da quando cioè più nessuna squadra dilettantistica lo utilizza per allenamenti o partite ufficiali. Persino l’ex giocatore della Juventus e della Nazionale, Pietro Anastasi, catanese doc, ne calcò il florido campo all’esordio della sua carriera, ma oggi del verde del terreno da gioco non è rimasto proprio nulla. Anzi, l’intero terreno è incolto, pieno solo di erba secca. La tribunetta, che ha ospitato tanti tifosi festanti in passato, è inagibile. Dopo un po’ di pioggia poi, si formano anche enormi pozzanghere di fango. E dopo anni di noncuranza la struttura è diventata impraticabile. Situata a pochi passi dall’aeroporto di Catania, Vincenzo Bellini, l’impianto resta alla mercé di delinquenti e senza tetto, che lo utilizzano spesso per le loro scorribande o come riparo notturno. Tante le siringhe lasciate per terra, magari utilizzate da drogati per soddisfare le loro crisi di astinenza. E tutto questo senza che nessuno provi minimamente a contrastarli, in quanto non esiste alcun tipo di controllo. La catena all’ingresso della struttura è stata più volte tagliata: chiaro segnale di quanto l’impianto sia utilizzato da disperati. E i cumuli di vestiti agli angoli delle stradine interne, evidenziano tutto questo. Stessa situazione per l’ex casa del custode: totalmente distrutta. Dalle pareti ai sanitari, dai vetri alle porte, nulla è più utilizzabile.
Un destino poco felice quello che è toccato al campo di Fontanarossa che oggi si presenta totalmente al buio – il rame dell’impianto d’illuminazione è stato rubato – e davvero lontano dall’antico splendore. Le recinzioni sono divelte e gli spogliatoi – distrutti – sono appunto la dimora notturna dei clochard. Se Sparta piange, Atene non ride. Anche la tensostruttura all’interno dell’impianto è irrecuperabile. I vetri delle porte d’ingresso, posteriori e anteriori, sono infranti. È distrutta anche la superficie gommata della tensostruttura. Tutta l’area è ricoperta di rifiuti, e non di rado si registrano anche ripetuti atti vandalici.
Il recupero della struttura oggi sembra davvero difficile: impossibile quantificare i danni. Ma se anche fossero conteggiati, sarebbe possibile per il Comune – vista la tragica situazione dei conti comunali – programmare una ristrutturazione? Nel frattempo assistiamo inermi alla progressiva distruzione dei tanti impianti sportivi della città. E mentre lo sport muore, a causa anche dei mancati contributi alle società sportive, anche le case degli atleti subiscono un’inesorabile declino.
Antonietta Licciardello