Roberto Giordano, il nuovo commissario, nominato dal Comune, è compatibile con la carica? Questa nomina nasconde altri dubbi? Idonea era o no alle dipedenze della Liotta?
Catania – Dopo la bufera della settimana scorsa sul caso del commissario liquidatore, in pochi pensavano che la vicenda avrebbe messo in luce altri e nuovi aspetti che non sono solo a latere della vicenda ma riguardano una serie di documenti e fascicoli, un bel faldone insomma, consegnato da Giuseppe Idonea e dal suo pool di avvocati durante un’audizione spontanea che l’ex liquidatore ha reso in Procura.
Dettagli nuovi che in buona parte riguardano la nuova nomina fatta dal Comune a Roberto Giordano come nuovo liquidatore della Bad company. Nelle poche righe protocollate sembrano coesistere due aspetti da esaminare. Il primo consisterebbe nel fatto che Giordano è in forza presso la ragioneria del Comune. Questa potrebbe essere una forma di incompatibilità oppure no? Non spetta a noi dirlo, ma è un aspetto da valutare. Il secondo tema è, forse, più intrigante e racchiude, in appena due parole, un misero indirizzo, un errore che potrebbe costare caro all’amministrazione: ci sono ben 24 milioni di euro in ballo abilmente distolti dalle richieste di una nota cassa di riscossione proprio in merito a un indirizzo. Che senso avrebbe avuto adesso specificare un indirizzo che mina tutto ciò che è stato fatto nel passato? Perché mettere a rischio anche le tasse – c’è dubbio che saranno più alte? – che dovranno pagare i catanesi? Dubbi su dubbi che si rincorrono senza risposte. Almeno per il momento. Ma va detto che proprio stamattina sono uscite delle ordinanze del Tribunale del lavoro in cui si afferma che la sede di via Sant’Euplio non è la sede principale ma quella secondaria
Intanto la settimana scorsa un nuovo atto della vicenda ha visto Idonea, accompagnato dai suoi legali, Christian Petrina, Luca Sagneri (penalisti) e Rocco Todero (amministrativista), presentarsi in Procura per “rilasciare una deposizione spontanea – ha affermato Todero – durante la quale è stata offerta ai magistrati un’ampia documentazione su tutta la vicenda”. Atti in grado di tranquillizzare lo stesso Idonea che alla fine dell’incontro ha affermato di fidarsi ciecamente della Magistratura e che è quello il luogo in cui questa vicenda va chiarita. L’ipotesi di reato, su cui la Procura ha aperto un’indagine, è quella di abuso di ufficio in merito, soprattutto, ai compensi – esagerati per l’amministrazione, nei limiti del tariffario secondo Idonea – di alcuni professionisti nominati dall’ex liquidatore. Nomine nell’occhio del ciclone per un compenso complessivo di 1 milione e 300mila euro, anche se non sembrano esserci solo questi “numeri” in ciò che la Procura sta controllando. I documenti che sono stati consegnati ieri pare che mettano in luce tanti e diversi aspetti della vicenda che – al di là dell’inizio reale dato dalla data di incarico di Idonea (08.11.2013) – sembra iniziare, secondo il collegio di difesa di Giuseppe Idonea, con il pagamento, richiesto dalla Irisbus all’Amt in liquidazione, di 300mila euro a fronte di un acquisto di autobus che il Comune avrebbe dovuto pagare. Siamo nel primo quadrimestre del 2015 e se l’Amt avesse davvero pagato quella cifra avrebbe aperto le porte all’illecito. Ma la decisione di non pagare quella fattura alla Irisbus SpA non è frutto di una decisione autonoma di Idonea, ma è il parere del collegio dei revisori della vecchia Amt (collegio non nominato da Idonea ma insediatosi prima della sua nomina) a sentenziare che nulla è dovuto alla Irisbus dalla Amt. E Idonea non paga. I rapporti si raffreddano con l’istituzione cittadina e incontrarlo al Comune, dove fino a quel momento era stato in pianta stabile, dopo la fine di aprile 2015 è praticamente impossibile.
C’è solo questo in ballo? Non sembra. Pare che nel calderone siano finite lettere con cui improvvisamente il segretario generale, la dott.ssa Liotta, si ricorda di avere Giuseppe Idonea tra i suoi sottoposti solo alla fine di gennaio 2016. Eppure solo pochissimi giorni prima, nelle lettere di comunicazione inviate ai dirigenti, l’indirizzo dell’ormai ex liquidatore non c’era. In quelle con cui si invitavano i direttori e i dirigenti tutti ad adeguarsi alla normativa che prevede l’aggiornamento del sito ufficiale del comune di Catania con tutti i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, il suo nome non c’è.
La partita però è ancora aperta. Bisogna attendere la conclusione delle indagini per capire meglio e di più.
Monica Adorno