Si completa domani a Livorno la stagione della Primavera del Catania, allenata da Giovanni Pulvirenti. Si conclude non senza rimpianti per la qualificazione ai play off sfumata per la prima volta dopo 8 anni e a soli dodici mesi di distanza dal storico approdo alla Final Eight. La partita con il Trapani, giocata a Torre del Grifo, di sabato scorso si è rivelata decisiva perché Brugaletta e compagni hanno accusato l’ennesimo passo falso casalingo del campionato. Una sconfitta – imprevista contro la penultima forza del campionato e segnata da alcuni errori arbitrali – che lascia l’amaro in bocca.
Il Catania rimane al quinto posto ma in virtù dei punti acquisiti rispetto alle avversarie classificate nella stessa posizione, ma degli altri gironi, è costretta a chiudere anzitempo la stagione. La Primavera non perde l’accesso alla poule finale in questa partita. Vanno ricordate, su tutti, le sconfitte interne contro il Bari e Palermo, il pareggio sempre casalingo contro il Crotone, le sconfitte di Avellino in casa del fanalino di cosa e il passo falso contro il Trapani che complessivamente hanno determinato un salasso di punti importante. Sulla prestazione di sabato scorso, Giovanni Pulvirenti analizza i contenuti dell’incontro dove i rossazzurri non hanno certo brillato in termini di gioco nei momenti decisivi dell’incontro: “Al di là degli episodi arbitrali (gol regolare annullato ad Aveni ndr), non abbiamo fatto ciò che dovevamo fare per riuscire a vincere la partita. Prestazione insufficiente, siamo stati approssimativi: probabilmente pensavamo di vincere senza applicare determinati concetti di lavoro, per noi sempre e comunque imprescindibili”.
Rimane dello scorso weekend un aspetto significativo, che esalta il buon lavoro della Primavera, indipendentemente dai risultati maturati sul campo. In prima squadra ha debuttato nella trasferta di Verona l’attaccante esterno, classe 1994, il catanese Simone Caruso, rivelatosi uno dei giocatori più incisivi proprio nella debacle scaligera. “Sono felice per lui – ricorda Pulvirenti – se lo merita perché ha lavorato molto per crescere e raggiungere risultati importanti. Per un allenatore di settore giovanile è il risultato più bello che si possa raggiungere”.