L’Ars vara la legge sulla riforma delle Province e la creazione dei liberi consorzi con grandissime modifiche rispetto alla legge Delrio. Nello Musumeci: “Con questa legge avete mortificato, umiliato e oltraggiato lo Statuto siciliano”
Sarà la volta buona? La legge sulla riforma delle Province e la creazione di Città metropolitane e liberi consorzi, la settimana scorsa ha avuto il via libera da parte dell’assemblea regionale, dopo che la versione precedente era stata impugnata dal governo in autunno.
Dopo mesi di lavoro (?), tira e molla e discussioni, finalmente, la riforma “interrotta” ha visto la luce, con una grande, significativa, differenza rispetto alla Legge Delrio: il sindaco metropolitano non sarà, infatti, quello del capoluogo più importante del nuovo ente metropolitano. Porte chiuse in faccia a Renato Accorinti, Leoluca Orlando e, soprattutto a Enzo Bianco che sindaco metropolitano si sentiva già da un pezzo.
Ora, con il voto all’Ars e la bocciatura dell’emendamento presentato dalla maggioranza, chi vorrà guidare la Città metropolitana dovrà essere eletto. Non dai cittadini ma dai “grandi elettori” dei comuni parte della nuova realtà. Un voto di secondo livello dove il peso dei sindaci e dei consigli comunali degli enti parte della Città metropolitana non sarà indifferente. La scelta la compieranno circa 1200 persone: il voto sarà ponderato in base al numero degli abitanti.
Sul possibile rischio di una nuova impugnazione è Crocetta ad esprimersi, escludendo la possibilità che la riforma venga nuovamente contestata dal Governo. “Penso che sia più costituzionale il voto, anche se di secondo livello, del non voto – ha commentato il presidente -. D’altronde col voto ponderato i sindaci dei capoluoghi sono più favoriti”.
Facilmente immaginabili, dunque, gli scenari che da qui al momento delle elezioni caratterizzeranno le tre Città metropolitane siciliane, con alleanze e unioni, convergenze e vicinanze tra i variegati gruppi politici, gravitanti o meno intorno al Pd. Quanto al centrodestra, che appare evidentemente disorganizzato, dovrà trovare un leader, un nome sul quale far convergere i voti dei Comuni e dei consigli comunali, o scegliere chi dei nomi già fatti vada sostenuto.
E se il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone, esclude posizioni “talebane” pur evidenziando come sarebbe stato meglio che il nome del “super sindaco” coincidesse con quello del Comune più grande della Città metropolitana, il leader dell’anticrocettismo, esponente di
Diventerà Bellissima, Nello Musumeci, critica l’Ars e quanto realizzato dal governo Crocetta. “Con questa legge sulle Province avete mortificato, umiliato e oltraggiato lo Statuto siciliano – ha detto. Da oggi in poi nessuno in quest’Aula ha più il diritto di rivendicare l’autonomia regionale, se non per difendere inconfessabili prerogative. Tanto vale abrogarlo lo Statuto. Questa legge è fra le peggiori votate dall’Ars in settant’anni – ha aggiunto: nessun risparmio, nessuna garanzia per i dipendenti, maggiore isolamento per i sindaci e nessuna utilità per cinque milioni di cittadini. Avete creato una istituzione simulata, senza democrazia, perché la avete abolita. Affiderete a poche persone, al posto di quattro milioni di elettori, il compito di decidere i vertici dei Liberi Consorzi e delle Città metropolitane. Avete resuscitato le cordate tra i Partiti. Tra qualche mese – ha concluso – vedrete i risultati disastrosi di questa finta riforma”. Il voto sarebbe previsto per settembre.
M.T.