L’Amministrazione disattende il parere del Tar. Non prepara il bando in tempo e prolunga, per la seconda volta, il contratto alla società imponendo costi non previsti… tra ritardi e costi che, alla fine e come sempre, pagheranno i catanesi
Una nuova proroga, imposta, fino al 15 dicembre 2016. I motivi di igiene e ordine pubblico sono superiori a quelli economici. Eppure, il fatto che il Comune di Catania abbia prolungato (così come aveva anticipato Leggimi) il contratto per la gestione e la raccolta dei rifiuti, ormai scaduto da febbraio 2016, non va giù ai legali della Ipi – Oikos (il raggruppamento di imprese che, 5 anni fa si è aggiudicato l’appalto) che hanno intenzione di ricorrere nuovamente al Tar che già, lo scorso mese di aprile, aveva dato loro ragione nel merito, pur vedendosi costretto a concedere la prima proroga per evitare conseguenze gravi per la città.
La gestione commissariale, infatti, disposta dalla Prefettura, costa e non poco all’azienda costretta, di fronte alle lentezze dell’amministrazione comunale (che aveva tutto il tempo di predisporre il nuovo capitolato d’appalto e, invece, si è ridotta all’ultimo momento per inviare le carte a Palermo), a sobbarcarsi costi che sarebbero cessati insieme al contratto. Non solo: secondo i legali dell’Oikos, la scelta di Palazzo degli Elefanti, in difficoltà per le imminenti scadenze e con la gara d’appalto ancora all’Urega, poteva essere anche quella di affidare a una ditta terza il servizio, nelle more dell’aggiudicazione del nuovo appalto. Un’ipotesi di cui aveva parlato lo stesso assessore all’Ecologia del Comune etneo, Rosario D’Agata, ma che evidentemente si è preferito non portare avanti.
“Entro questo mese presenteremo il ricorso – afferma l’avvocato Rocco Todero, che sta predisponendo l’opposizione alla proroga proprio alla luce di quanto scritto dal Tar nell’ordinanza di aprile – e non escludiamo la richiesta di danni. Il contratto è in perdita – prosegue – e il bando non risulta pubblicato nonostante la prescrizione del Tar”. Todero evidenzia come, inoltre, la delibera dell’amministrazione preveda un costo, per il nuovo appalto, superiore di circa 15 milioni di euro l’anno, rispetto a quello precedente, ora in proroga. Nel frattempo è anche partita una lettera, diretta all’autorità nazionale anticorruzione, che chiede al presidente Cantone di bloccare la procedura richiesta dal sindaco e avallata dal prefetto. Una decisione che potrebbe aggravare la già precaria situazione delle casse comunali.
Cresce intanto l’attesa per conoscere quali saranno i contenuti del nuovo appalto del valore di oltre 300 milioni di euro in sette anni che, secondo quanto annunciato dal sindaco Bianco in più di un’occasione, dovrebbe rivoluzionare il sistema di raccolta dei rifiuti fino a oggi attuato proprio dall’Ipi – Oikos e considerato da più parti datato e superato. Quello nuovo dovrà infatti prevedere un vero sistema di raccolta differenziata che faccia fare alla città – oggi ferma ad appena il 10 per cento di rifiuti differenziati – il salto di qualità. Un sistema oneroso che dovrà essere pagato interamente dalla bolletta, come prevede la normativa.
Insomma, ritardi su ritardi e costi su costi che, alla fine, saranno i catanesi a pagare. Le attuali come le prossime generazioni.
M.T.