La mostra è stata inaugurata nella navata cinquecentesca della chiesa di Sant’Agata e rimarrà aperta fino al 16 settembre. Ingresso libero tutti i giorni ore 17.30-20
È già un evento e nel vero senso della parola. Giovedì 25 agosto, nella Chiesa di Sant’Agata di Militello è stato inaugurato un percorso fotografico che racconta il restauro delle statue del SS. Salvatore e della Madonna della Stella e questo è anche il titolo che è stato dato alla mostra “Militello restaura di suoi Patroni”. Ad accompagnare Rita Di Trio, curatrice della mostra, e gli autori delle immagini, Gianni Ciancio e Tonino Maccarrone, c’era l’ambasciatore dell’Unesco Ray Bondin, una presenza che ha sancito – caso mai ce ne fosse ulteriore bisogno – la singolarità dell’evento in una città da sempre divisa nella devozione dei due Patroni. Non è stato lungo il discorso di Bondin ma di certo le sue parole hanno colpito nel segno: “La valorizzazione inizia dalla documentazione. E se è vero che i finanziamenti sono importanti, ancora di più lo sono le idee e persone che riescono a portarle avanti realizzandole. Oggi è importante essere riusciti ad aprire questa bellissima chiesa e poco importa se ognuno ha la sua chiesa e il suo partito. Questo è il patrimonio di tutti e io spero che Militello, che ha tantissimo da offrire, continuerà su questa”. Accanto all’ospite d’onore spiccava la presenza del sindaco Pippo Fucile, dell’Arciprete don Giuseppe Federico, presidente del Museo d’Arte Sacra San Nicolò e della sua direttrice Franca Barbanti.
Dopo gli interventi ed i saluti, la curatrice dott.ssa Rita Di Trio, assieme ai fotografi Gianni Ciancio e Tonino Maccarrone, ha illustrato le due sezioni della mostra (restauro, testimoniato anche da due corposi video e racconto dell’evento del 5 luglio, attraverso un centinaio di immagini) sottolineando la particolarità dello storico evento connesso al restauro contemporaneo dei due Santi Patroni di Militello e della processione che li ha condotti alle loro preziose dimore, patrimonio dell’Umanità Unesco.
La mostra fotografica rimarrà aperta fino al 16 settembre ed è tramite le parole di Rita Di Trio che si può comprendere cosa rappresenta questo “racconto di immagini” per la capitale del barocco.
«Raccontare un avvenimento con la fotografia – ha scritto la curatrice – cristallizzandone i momenti, non è più esclusiva di pochi in quest’era del digitale che ci ha laureato tutti freelance dell’immagine. Testimoniare un evento e il sentimento di cui esso è permeato – invece – è l’obiettivo che, unendo il lavoro di questi due ottimi fotografi professionisti, spero d’esser riuscita a conseguire. Dicevo evento, parola oggi abusata ma che inquadra e indica quanto intendiamo raccontare con questa mostra: il contemporaneo restauro dei Patroni di Militello Val di Catania che rappresentano, a torto o a ragione, sintesi e sottofondo essenziale della religiosità di Militello e ancora la bellissima, intensa e solenne, commovente e originale processione che ha accompagnato le sacre effigi alle loro preziose dimore.
«Solo popolo, preghiera, sudore, voci rotte, gioia, contemplazione e quel mistero che a tutti, ed a ciascuno, racconta la propria esistenza legata a quelle statue che furono dei padri e che saranno, ne voglio essere certa, dei figli.
«Nessuno potrà paragonare mai il 5 luglio scorso alle feste che abbiamo in testa, quelle con le luci colorate, gli artisti in piazza e i fuochi pirotecnici (manifestazioni che ovviamente non disdegniamo) perché prima d’ogni altra cosa era l’afflato individuale e collettivo con i propri simboli e con la propria storia che hanno reso unico il momento.
Lì ed in quel momento, orgogliosi di quelle autentiche opere d’arte che abbiamo, sacre statue in cui quasi tutti i militellesi si riconoscono, stavolta con animo vincente e non dolorosamente piegato come settant’anni fa quando per celebrare la fine della tragedia della guerra, entrambe furono portate in processione.
«Per ciò la mia scelta di raccontare l’ultimo 5 luglio e assieme di raccontarci, attraverso immagini, in qualche occasione apparentemente replicate ma sempre dentro l’intimità di gente tutta di questa città. Uno sguardo, un gesto, una piccola azione e persino il semplice esserci realizza l’evento.
«Ora, speriamo di essere riusciti nell’impresa, coscienti che il primo successo risieda nel non far passare quasi sotto silenzio questo accadimento straordinario. Al doveroso grazie ai fotografi Gianni Ciancio e Tonino Maccarrone che senza nulla pretendere, hanno messo generosamente a disposizione il loro tempo e le loro immagini, e aggiungo il ringraziamento per i professionisti che hanno restaurato le opere e, naturalmente, anche a chi si è assunta la relativa spesa.
«Infine, la scelta di allestire questa mostra – conclude Rita Di Trio – nel luogo dove sono stati eseguiti i restauri, quindi nella Chiesa di Sant’Agata, dà l’occasione per ammirare questa splendida costruzione cinquecentesca, annessa a suo tempo al monastero benedettino (oggi inglobato nell’edilizia privata) dall’originale prospetto con quattro colonne in stile ionico, ad imitazione di un tempio pagano».
La mostra resterà aperta sino al 16 settembre ed è visitabile, a ingresso libero, tutti i giorni dalle 17,30 alle 20.
Monica Adorno